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Melania, le tappe delle indagini

E' trascorso un anno, e' l'ora della verita'

Redazione ANSA ASCOLI PICENO

Il 18 aprile 2011 Carmela Rea, detta Melania, 'Mela' per le amiche, 29 anni da compiere il 24 maggio, esce dalla casa di Folignano (Ascoli Piceno) con il marito Salvatore Parolisi, 30 anni, caporalmaggiore del Rav Piceno, e la loro figlioletta Vittoria, 18 mesi, per fare delle visite mediche. Non vi farà più rientro. Inizia così il dramma che oggi sfocia nella richiesta di rito immediato da parte della procura di Teramo per Parolisi.

Queste le tappe: 18 aprile: Melania parla con la madre intorno alle 13:30, poi con il marito e la bimba si dirige verso Colle San Marco, dove - é la versione del marito - sarebbero arrivati dopo le 14:10. Parolisi racconta di averla vista allontanarsi per andare alla toilette del ristorante 'Il Cacciatore', ma nessun testimone confermerà che la donna quel pomeriggio era davvero a Colle San Marco. Un'amica la chiama inutilmente al cellulare alle 14:40. Alle 15:26 la prima chiamata del marito, rimasta senza risposta. Alle 15:30 l'uomo dà l'allarme: "Me l'hanno presa".

Secondo l'accusa la coppia, con la bambina in auto, si dirige subito, invece, verso Ripe di Civitella (Teramo), dove Melania, intorno alle 14:30, viene uccisa dopo essere stata aggredita alle spalle dal suo assassino. Un tentativo di 'scannamento' che fallisce perché la donna fugge, poi però, impedita nei movimenti dai pantaloni abbassati (perché effettivamente doveva fare pipì), viene atterrata e raggiunta da una serie di coltellate. 19 aprile - Il padre Gennaro Rea rivolge un appello in Tv. Il marito invece non partecipa alle ricerche, ma rimane in caserma, dove (si scoprirà poi), cancella il profilo su Facebook con il quale chattava con l'amante, la soldatessa Ludovica P.

20 aprile - Un anonimo telefona da una cabina del centro di Teramo: c'é un corpo nel Bosco delle Casermette. E' Melania.

22 aprile - Parolisi 'mima' con gli investigatori la scena della 'scomparsa' di Melania, e si dispera. Nella notte viene ascoltato come persona informata sui fatti e parte offesa e ripete la sua versione. Qualche giorno dopo però si scopre che ha un'amante. Ludovica ha un'alibi, ma i due si sono sentiti il giorno prima del delitto e anche dopo. E spuntano altre relazioni extraconiugali minori.

10-11 maggio - Due interrogatori fiume per Parolisi, nella caserma dei carabinieri di Castello di Cisterna, in Campania davanti al pm Umberto Monti. Il militare consegna indumenti e scarpe al Ris, dopo essersi già sottoposto al prelievo del Dna. Si contraddice: racconta di avere visto le foto del cadavere scattate con il cellulare dall'amico Raffaele Paciolla, agente di polizia penitenziaria, ma questi lo smentisce. Racconta anche di aver fatto l'amore con la moglie una decina di giorni prima della morte proprio nel Bosco delle Casermette.

16 maggio - Duemila persone partecipano ai funerali di Melania a Somma Vesuviana.

26 maggio - Parolisi, ancora non indagato, nomina due avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, noti per i processi sui delitti Meredith e Sara Scazzi.

21 giugno - Il marito di Melania è iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario aggravato.

24 giugno - Invitato a comparire davanti ai pm della Procura di Ascoli Piceno, passa attraverso una folla di telecamere, fotografi, giornalisti e curiosi. Si avvale della facoltà di non rispondere. "Un scelta tecnica" spiegano i suoi legali. Intanto i familiari di Melania cominciano a prendere le distanze da lui e lo invitano più volte a dire "tutto quello che sa".

1 luglio - Il gip di Ascoli Carlo Calvaresi respinge l'istanza di incidente probatorio, presentata dagli avvocati Biscotti e Gentile, perché troppo generica e ritenuta tendente a rallentare le indagini. In un'intervista Tv Ludovica lo difende. "Salvatore ha sbagliato, ma non è un assassino".

11 luglio - Il caporalmaggiore riprende servizio alla caserma Clementi di Ascoli, non più addetto all'addestramento delle reclute femminili, ma all'amministrazione.

13 luglio - Depositata la relazione sull'autopsia (compreso un supplemento di perizia) di Melania, fondamentale per determinare la competenza territoriale dell'inchiesta.

15 luglio - Si diffonde la notizia che la procura di Ascoli ha chiesto al gip un provvedimento cautelare per il vedovo.

19 luglio - Salvatore Parolisi viene arrestato. Contestualmente l'inchiesta passa a Teramo per competenza territoriale.

20 luglio - L'avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, presenta la richiesta di affidamento della piccola Vittoria ai nonni materni. Intanto il militare, nell'interrogatorio di garanzia, si avvale della facoltà di non rispondere.

2 agosto - Il gip di Teramo Giovanni Cirillo 'conferma' l'arresto di Parolisi. L'ordinanza punta sul falso alibi e sulla deturpazione (non il vilipendio) del cadavere di Melania, un macabro e goffo tentativo di far pensare a un'altra mano.

4 agosto - Anche davanti al gip abruzzese il caporalmaggiore si avvale della facoltà di non rispondere.

22 agosto - Il Tribunale del riesame dell'Aquila si riunisce per decidere sull'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Parolisi, che davanti ai giudici parla e si proclama innocente.

23 agosto - Il Riesame respinge l'istanza, perché "gravi indizi di colpevolezza emergono dagli atti processuali". Parolisi resta in carcere.

14 settembre - I legali del militari presentano al gip del Tribunale di Teramo una richiesta di incidente probatorio per stabilire con certezza tempi e modi del decesso di Melania.

4 ottobre - Il gip teramano respinge la richiesta.

28 novembre - La Corte di Cassazione conferma l'ordinanza di custodia cautelare in carcere del tribunale del riesame dell'Aquila.

12 gennaio - Il Gup da' l'ok al giudizio immediato per Salvatore Parolisi.

27 febbraio - Inizio del processo

19 ottobre 2012 - Ergastolo per Salvatore Parolisi. Questa la pena chiesta dai Pm di Teramo per l'ex caporale degli alpini.

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