Carlo Tavecchio resiste, e le Leghe, sue fedelissime, all'ipotesi commissario fanno la voce grossa: "non esiste il presupposto". In piena bufera da quasi una settimana dopo lo scivolone su "stranieri e banane" il candidato alla presidenza della Figc non sembra voler cedere, né raccogliere l'invito a lasciare la corsa alla poltrona di via Allegri che pure da più parti continua ad arrivare. Certo se l'assemblea elettiva fosse tra due giorni Tavecchio non avrebbe problemi: il consenso sulla sua candidatura resta solido e lo dimostra la presa di posizione corale della A, B, Lega Pro e Dilettanti che di fronte alla possibilità di un'accelerata e dell'arrivo del commissario fa quadrato. "Rimaniamo stupiti di fronte all'ipotesi di un possibile commissariamento - dicono -. Richiamiamo gli articoli del nostro statuto, dei regolamenti e le norme che parlano chiaro. Non esiste alcun presupposto per commissariare, né di carattere formale, né di carattere sostanziale. La Federazione ha il diritto ed il dovere di determinare in modo autonomo, trasparente e democratico i suoi organismi dirigenti nel pieno rispetto del regolamento in vigore".
Ma la strada verso le elezioni - fissate il prossimo 11 agosto - è però ancora lunga e sempre più a ostacoli: e questo lo sa anche Tavecchio che però è deciso a non farsi da parte. Una tappa che si annuncia cruciale è quella di domani quando il presidente del Coni, Giovanni Malagò - in questi giorni totalmente silente sul polverone - incontrerà al Foro Italico i due candidati: la mattina Demetrio Albertini e il pomeriggio Tavecchio. Il primo ha il sostegno solo di Aic e Aiac (e proprio il presidente degli allenatori Renzo Ulivieri è tornato ad attaccare duramente Tavecchio "è inadeguato, con lui la federazione finirà nel baratro") e quindi con scarsissime possibilità di essere eletto. L'altro invece vanta la task force dei club che a parte qualche defezione e i no della prima ora già noti (Roma e Juve) continua a reggere.
Probabilmente Malagò, che in questi giorni ha pensato comunque a una via d'uscita in caso di empasse vista l'escalation delle polemiche, nel faccia a faccia con Tavecchio proverà a sondare per capire la tenuta del candidato e proprio alla luce del polverone sollevato, del dissenso di una parte della politica (il Movimento 5 stelle si è scagliato contro "una candidatura improponibile di un pluricondannato", duro l'ufficio nazionale antirazzismo della presidenza del Consiglio "parole gravi"), della condanna di quelle frasi anche da parte del governo, farà della moral suasion per scoraggiarlo a proseguire nella corsa alla presidenza. E solo in caso di un passo indietro di Tavecchio (che non sarebbe intenzionato comunque a fare) potrebbe aprirsi la strada del commissariamento: e a quel punto l'ipotesi più accreditata è proprio quella dello stesso Malagò traghettatore per il prossimo biennio. "Se non si dovesse riuscire ad eleggere un presidente, credo che in caso di commissariamento, dato che è la federazione più importante, l'incarico potrebbe andare solo al presidente del Coni, Giovanni Malagò" dice Gianni Petrucci, ex numero uno dello sport italiano, ora alla guida del basket, in passato anche commissario Figc. E nei corridoi sportivi i nomi circolano: tra questi si fa quello di Luca Pancalli, figura dal gradimento trasversale. Albertini, che confida di poter rosicchiare qualche voto (compreso il Milan che invece è schieratissimo con Tavecchio) non vede fattibile la strada del commissariamento. Un'altra giornata campale attende Tavecchio: dentro o fuori in questa corsa affannata alla guida del calcio.
Ulivieri "inadeguato,con lui nel baratro". Focus
''Tavecchio è inadeguato e con un occhio solo, il suo programma porterà la Figc nel baratro. Ma ancora peggio sono i suoi sostenitori a partire da Lotito''. Renzo Ulivieri interviene a gamba tesa sulla battaglia per la presidenza federale dopo le dimissioni di Giancarlo Abete. E da Coverciano ribadisce il sostegno a Demetrio Albertini. Il presidente dell'Associazione italiana allenatori calcio (Aiac) attacca la candidatura del presidente della Lega Dilettanti diventata ormai un caso dopo lo scivolone su "stranieri e banane". ''Io non potrei mai ambire a quella carica perché ho un occhio solo, quello sportivo.
E Tavecchio ha solo quello imprenditoriale - sentenzia Ulivieri - Certe frasi da lui dette ne rispecchiano il modo di essere. Basti pensare al titolo del progetto che ci aveva presentato sul calcio femminile: 'Spogliati e gioca...'. E proprio nelle sue mani il calcio femminile sta morendo mentre in ogni parte del mondo, Palestina compresa, sta crescendo. Per non parlare - continua Ulivieri - di quando Rivera aveva messo l'obbligo che ogni squadra giovanile avesse un allenatore e che lui invece ha tolto. Per tutto questo e non solo per quanto accaduto nell'ultima assemblea lo riteniamo inadeguato''. All'indice anche i sostenitori di Tavecchio, su tutti il presidente della Lazio: ''Appena arrivato in Federazione Lotito chiamò per fare un'alleanza tra Lega Pro, Lega Dilettanti e l'Aiac per far fuori Abete e io che sarei diventato vicepresidente federale. Raccontai subito tutto ad Abete. La politica di Lotito è ottusa e miope, vede la Federazione come un palazzo con una porta sola e le chiavi che spettano a lui, ha l'ossessione di voler governare muro contro muro e Tavecchio porta con sé questa visione di Lotito che a noi non piace e non accettiamo. Non capisco come possano essere così per certi dirigenti e grandi imprenditori anche se per fortuna stanno arrivando messaggi importanti, ultimo quello del presidente del Sassuolo. Per fare una giusta politica federale ci vogliono due occhi, concertazione e sensibilità''. Doti che a suo dire possiede Albertini: ''Lui viene dal calcio giocato, non è una colpa, ed è stato dirigente federale, è educato e ha messo al centro del progetto la governabilità della Figc con la collaborazione di tutti. In un momento così per l'Italia proprio la Figc potrebbe dimostrare che i problemi si possono risolvere''.
Contando poi sulla rabbia e l'indignazione montanti della gente: ''Io tifo Fiorentina da sempre ma se i Della Valle non avessero tolto l'appoggio a Tavecchio avrei smesso di esserlo - sorride Ulivieri - Tanti tifosi la pensano così, ho ricevute decine di lettere da parte di quelli dell'Inter pronti a cambiare squadra se Thohir non cambierà idea. E andrebbe tenuto conto dell'ipotesi primarie avanzata da Agnelli. In ogni caso credo ancora ce la possiamo fare a patto di mettere da parte ogni interesse personale, i calciatori sono con noi e mi auguro anche gli arbitri per la cui autonomia ci siamo battuti. Siamo di fronte ad un cimitero, la strada è quella di una guida ferma con la collaborazione di tutti, se Lotito tira qualcuno per la giacca noi lo faremo con altri''. E se da una parte comprende la posizione del premier Renzi (''Per lui comunque hanno parlato Del Rio e Serracchiani, la politica sul tema può dare giudizi ma non intervenire'') non altrettanto giustifica quella adottata fin qui dal presidente del Coni Malagò: ''Fino a poco tempo fa criticava Abete un giorno sì e uno no, ora parla di autonomia della Federcalcio. Benissimo, ma tutto questo valeva pure prima''. Intanto aleggia lo spettro-commissariamento: ''Sarebbe una sconfitta per tutto il sistema. Noi non abbiamo un piano alternativo a Albertini, crediamo in lui e nel fatto che la gente recepisca la nostra voglia di dare una svolta. E se alla fine sarà eletto Tavecchio? Faremo un'opposizione dura''.
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