Un esercito equipaggiato soprattutto con armi leggere, addestrato a combattere per la difesa del proprio territorio e non per lanciare offensive lungo un fronte di oltre mille chilometri che oggi lo vede opposto ai miliziani dello Stato islamico (Isis). Sono questi i Peshmerga (letteralmente 'coloro che affrontano la morte'), i combattenti curdi che l'Italia si appresta ad armare, come hanno deciso di fare anche gli Usa e la Francia.
L'iniziativa suscita qualche inquietudine a Baghdad. La regione autonoma del Kurdistan, infatti, si trova in contrapposizione con le autorita' centrali su diverse questioni, in particolare il possesso dei pozzi e l'esportazione del greggio del Nord del Paese. Quando lo scorso giugno l'esercito federale si e' dato praticamente alla fuga davanti alla prima avanzata dei jihadisti, che si erano impadroniti di Mosul, i Peshmerga hanno preso il controllo di Kirkuk e dei suoi giacimenti, da tempo contesi con il governo centrale.
Baghdad, dunque, teme che potenziare le forze armate curde possa incoraggiare spinte indipendentiste. Ieri il premier Matteo Renzi in una visita lampo a Baghdad ha tuttavia assicurato alle massime autorità irachene che l'invio di armi ai curdi avverrà nel rispetto della sovranità nazionale.
Non si hanno notizie precise su quanti siano i Peshmerga, le cui prime unita' furono costituite negli anni '20 del secolo scorso, alla nascita del movimento indipendentista curdo dopo il crollo dell'impero turco degli Ottomani e di quello persiano dei Qajar. Nel 2005 si stimava che i miliziani fossero 180.000. Fra di essi vi sono anche centinaia di combattenti donne. Preoccupa però la notizia data oggi dal quotidiano panarabo Al Hayat, secondo la quale centinaia di giovani combattenti curdi si sarebbero uniti ai jihadisti dello Stato islamico.
I Peshmerga hanno combattuto al fianco delle truppe americane durante e dopo l'invasione del 2003 che abbatte' il regime di Saddam Hussein. Da allora il Kurdistan e' rimasto un'isola di stabilita' nelle violenze che hanno investito l'Iraq e ha goduto di un boom economico grazie anche agli investimenti occidentali.
Curda e' anche la guardia presidenziale di stanza a Baghdad, essendo il presidente un curdo per una convenzione non scritta, secondo la quale il primo ministro e' sciita e il presidente del Parlamento un sunnita. Mitragliatrici, munizioni, fucili mitragliatori e razzi anticarro sono le armi che l'Italia prevede di inviare ai combattenti curdi. Anche gli Usa, secondo fonti militari, dovrebbero limitarsi alla fornitura di armi leggere, con l'esclusione quindi di missili, carri armati ed elicotteri. Per la copertura dal cielo, i Peshmerga dovrebbero continuare a fare affidamento sui raid americani e su quelli dell'aviazione di Baghdad.
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