Tra le numerose milizie e sigle terroristiche presenti tra Iraq e Siria si distinguono tre principali gruppi diversi, ciascuno legato a diversi attori regionali e internazionali.
JIHADISTI DELLO STATO ISLAMICO
Attivi dal 2013 in Siria, nascono nella regione occidentale irachena di al Anbar, a maggioranza sunnita, come una milizia qaedista anti-occidentale.
Nel corso del tempo e durante la repressione politica portata avanti dal governo di Baghdad dello sciita Nuri al Maliki sostenuto dall'Iran, le cellule dello Stato islamico raccolgono consenso locale e si alleano con ex baathisti e tribù locali. Con il degenerare del conflitto siriano oltre frontiera, dal 2013 lo Stato islamico conquista ampi territori lungo l'Eufrate fino a Raqqa e alla periferia di Aleppo. E' da tempo la principale forza di contro-insurrezione in grado di schiacciare la rivolta contro il regime di Damasco. Dopo aver apertamente preso le distanze dai vertici internazionali di al Qaida, i miliziani dello Stato islamico hanno conquistato la seconda città irachena di Mosul diventando padroni di vaste zone della piana di Ninive.
La loro forza è attestata in decine di migliaia di combattenti provenienti da ogni angolo del pianeta, ben addestrati e ben armati.
JIHADISTI SCIITI LIBANESI E IRACHENI
Attivi dal 2012 in Siria, oltre diecimila Hezbollah libanesi e loro correligionari iracheni sono accorsi a sostegno del regime siriano di Bashar al Assad, alle prese dal 2011 con una rivolta armata che rischiava di togliergli il potere e di infierire un colpo mortale all'asse filo-iraniano in Medio Oriente.
Sostenuti direttamente dall'Iran, combattono anch'essi "sulla via del jihad". Dall'estate scorsa circa un milione di jihadisti sciiti iracheni si sono arruolati col beneplacito del governo di Baghdad e degli Stati Uniti per contrastare l'avanzata dell'Isis in Iraq.
MILIZIANI DELLE OPPOSIZIONI SIRIANE
Il loro numero è stimato attorno alle 100.000 unità, ma il fronte è quanto mai frammentato in un ginepraio di sigle e gruppi che si formano e si sciolgono con molta frequenza.
Inizialmente formate da militari disertori dell'esercito governativo di Damasco usciti dai ranghi dall'estate 2011, le unità di resistenza anti-regime si sono dal 2012 ingrossate di civili delle zone rurali e a maggioranza sunnita più esposte alla sanguinosa repressione di Damasco. Anche a causa dell'assenza di concreti sostegni occidentali, questi gruppi hanno col tempo radicalizzato la propria retorica e azione trovando il supporto di entità istituzionali e private dei Paesi arabi del Golfo, ostili all'Iran.
Attualmente, la maggior parte dei miliziani siriani anti-regime si trova a combattere su due fronti: contro Damasco e contro lo Stato islamico.
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