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Ocse: crescita Italia ritrova forza, ma Brexit spaventa

Ocse: crescita Italia ritrova forza, ma Brexit spaventa

A +1% in 2016, ora più investimenti. Economia mondiale delude

PARIGI, 07 giugno 2016, 20:57

Chiara Rancati

ANSACheck

Effetto Brexit sul Pil in caso di uscita del Regno Unito - RIPRODUZIONE RISERVATA

Effetto Brexit sul Pil in caso di uscita del Regno Unito - RIPRODUZIONE RISERVATA
Effetto Brexit sul Pil in caso di uscita del Regno Unito - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo un piccolo rallentamento a fine 2015, la crescita in Italia "ha ripreso forza", con un Pil in espansione dell'1% quest'anno e dell'1,4% il prossimo, trainato soprattutto dai consumi privati. E' quanto prevede l'Ocse nel suo Economic outlook, che traccia un quadro "deludente" della situazione economica mondiale, nonostante i miglioramenti nella zona euro e la moderata ripresa negli Usa, sottolineata anche dalla stessa Federal Reserve. "Non sono preoccupato, sono incoraggiato anzi.

La crescita accelera, sarà maggiore l'anno prossimo. L'economia italiana ha svoltato", ha commentato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ai microfoni di SkyTg24, promettendo che "il governo farà di più e proseguirà a tagliare le tasse", in particolare con la conferma del taglio dell'Ires già approvato per il 2017 e lo stop alle clausole di salvaguardia. Le stime Ocse portano notizie positive anche sul fronte dei conti pubblici. Il deficit, prevede l'organizzazione, "è sceso al 2,6% del Pil nel 2015 ed è previsto in ulteriore calo, in gran parte come risultato della ripresa ciclica e dei bassi tassi d'interesse": nel 2016 sarà al 2,3% e nel 2017 al 2%.

Il debito, invece, nel 2016 resterà stabile al 132,8% del Pil, e nel 2017 scenderà al 131,9%. "Razionalizzare e ridurre la spesa pubblica è una priorità, ma dipenderà in parte dall'aumento dell'efficienza della pubblica amministrazione", rimarca l'Ocse. Affermazione a cui in qualche modo risponde il ministro Padoan, sottolineando come la riduzione delle centrali d'acquisto "si sta traducendo in numeri di risparmi molto significativi", ovvero "si spende il 20% in meno per comprare le stesse cose". Su questo scenario pesa però l'incertezza legata al referendum britannico, e a un'eventuale uscita di Londra dall'Unione Europea. Un "rischio rilevante", secondo l'Ocse, che "avrebbe come risultato una serie di shock sui mercati finanziari in Gran Bretagna e nelle altre economie europee".

Per l'Italia, Paese "meno esposto" di altri in Europa, l'impatto dovrebbe essere contenuto, ma comunque arrivare a un 1% del Pil all'orizzonte 2018. La preoccupazione è condivisa anche da Padoan, secondo cui "sarebbe un guaio molto serio, perché getterebbe la Gran Bretagna e l'Europa nell'incertezza. Ci sarebbe anche il rischio di un contagio politico e una minaccia all'integrazione europea". Altro snodo critico, stavolta interno, la questione del credito bancario e dei bilanci delle istituzioni finanziarie.

L'Ocse constata che "i limiti nell'offerta di credito bancario, insieme all'incertezza sulle future condizioni della domanda, impediscono una ripresa più forte" degli investimenti, che hanno segnalato una moderata inversione di tendenza in positivo, e sollecita quindi l'Italia a "creare un mercato secondario per i prestiti in sofferenza e migliorare i bilanci delle banche". Non senza riconoscere che in materia il governo ha già "aperto la strada".

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