Il cammino verso la Brexit è partito. L'ambasciatore britannico all'Ue, Tim Barrow, ha consegnato nelle mani del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, la lettera di notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona, firmata da Theresa May, che segna l'inizio dell'iter formale di divorzio del Regno Unito da Bruxelles a 44 anni dal suo ingresso nell'allora Comunità economica europea.
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La Gran Bretagna si avvia a lasciare l'Ue "secondo la volontà del popolo", ha detto alla Camera dei Comuni la premier Theresa May, confermando la consegna della lettera di notifica dell'Articolo 50 a Donald Tusk "pochi minuti fa". "E' un momento storico, non si torna indietro".
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"I giorni migliori sono davanti a noi, dopo la Brexit", ha sottolineato la premier britannica. "Ho scelto di credere nella Gran Bretagna", ha detto ancora nel suo discorso sull'avvio della Brexit, un passo che ha definito "storico" e che ha indicato come "un'opportunità" per il Regno: l'opportunità di essere "più forte, più equo e più unito". Obiettivo: essere un grande Paese "globale". "La Gran Bretagna - ha detto ancora - intende garantire al più presto possibile i diritti dei cittadini Ue".
La Gran Bretagna non farà parte del mercato unico, uscendo dall'Ue. Lo ha confermato Theresa May, sostenendo che si tratta di una opzione "incompatibile con la volontà popolare" manifestata nel referendum sulla Brexit di restituire al Regno il pieno controllo dei suoi confini e della sua sua sovranità. "L'Ue ci ha detto che non possiamo scegliere" cosa tenere e cosa no, e "noi rispettiamo" questo approccio. Ribadita comunque la volontà di una nuova partnership e di rispettare diritti dei lavoratori e valori liberaldemocratici. La Gran Bretagna non farà parte del mercato unico, uscendo dall'Ue, conferma May sostenendo che si tratta di una opzione "incompatibile con la volontà popolare" manifestata nel referendum sulla Brexit di restituire al Regno il pieno controllo dei suoi confini e della sua sua sovranità. "L'Ue ci ha detto che non possiamo scegliere" cosa tenere e cosa no, e "noi rispettiamo" questo approccio. Ribadita comunque la volontà di una nuova partnership e di rispettare diritti dei lavoratori e valori liberaldemocratici.
Le date chiave del processo che porterà all'uscita della GB dalla Ue
"Una certa dose di incertezza per il business" in Gran Bretagna è "inevitabile" durante la fase negoziale di transizione verso la Brexit, ha riconosciuto la premier conservatrice rispondendo alla domanda di un deputato laburista durante il dibattito fiume alla Camera dei Comuni sull'avvio dell'iter di divorzio dall'Ue. "Quello che possiamo fare - ha aggiunto - è tuttavia dare chiarezza" sugli obiettivi e sui vari passaggi del percorso.
Gentiloni: 'Choc sia occasione per risveglio Ue' - "L'Italia lavora affinchè lo choc di Brexit sia l'occasione per un risveglio europeo. Come accaduto altre volte in questi 60 anni, dai momenti di difficoltà l'Unione può ritrovare le ragioni della propria identità e del proprio avvenire". Lo dichiara il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Trump: 'Rispetta volontà del popolo, Gb resti leader' - Trump "rispetta la volontà degli elettori britannici" e auspica che la Gran Bretagna "resti un leader forte in Europa e nel mondo": lo ha detto il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer rispondendo durante il briefing ad una richiesta di commentare le parole del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, secondo cui Trump ha incoraggiato altre Brexit.
Juncker: 'E' una scelta che rimpiangeranno' - "Questo è un giorno triste perché i britannici hanno deciso per iscritto di lasciare la Ue, una scelta che rimpiangeranno un giorno. Ma mi sento bene stasera perché abbiamo parlato del nostro futuro". Lo ha detto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker concludendo la sua partecipazione al 'Dialogo con i cittadini' a La Valletta. "Nonostante le debolezze e gli errori, dobbiamo considerare che l'Ue è il miglior posto in cui vivere nel mondo", ha aggiunto.
"Dopo nove mesi il Regno Unito ha fatto la Brexit". Così il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, su Twitter dopo aver ricevuto dalle mani dell'ambasciatore britannico presso la Ue, sir Tim Barrow, la lettera che invoca l'art.50 per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. "Non c'è ragione - ha detto - di pensare che oggi sia un giorno felice". "La prima priorità sarà quella di minimizzare le incertezze provocate dalla decisione del Regno Unito per i nostri cittadini, le imprese e gli Stati membri". "Cosa posso aggiungere? Ci manchi già...". "Io e la Commissione abbiamo il forte mandato per proteggere gli interessi dei 27. Non c'è niente da vincere nel processo (del negoziato per l'uscita del Regno Unito dalla Ue, ndr) e parlo per entrambe le parti - ha detto Tusk nella sua dichiarazione dopo aver ricevuto la lettera del governo britannico -. In essenza si tratta di una limitare i danni. Il nostro obiettivo è chiaro: minimizzare i costi per i cittadini, le imprese e gli stati membri della Ue. Faremo tutto quanto in nostro potere ed abbiamo tutti gli strumenti per raggiunger questo obiettivo".
Brexit, le regole per uscire dall'Ue
"Ci dispiace che la Gran Bretagna lascerà l'Unione europea, ma siamo pronti per il processo che ora dovremo seguire": così la dichiarazione dei 27 in risposta alla lettera di Londra che fa scattare la Brexit. "Per l'Unione europea, il primo passo sarà ora l'adozione da parte del Consiglio europeo delle linee guida per i negoziati" che "fisseranno le posizioni complessive e i principi alla luce di cui l'unione, rappresentata dalla Commissione europea, negozierà con la Gran Bretagna", si legge nella dichiarazione.
Nella dichiarazione ufficiale dei 27 "i leader sottolineano che agiremo all'unisono e che cominceremo i negoziati concentrandoci su tutti gli elementi chiave per avere un'uscita ordinata". "Venerdì condividerò con gli stati membri - così Tusk - la proposta per le linee guida negoziali, da adottare nel Consiglio Europeo del 29 aprile. Me parlerò e le commenterò venerdì nella conferenza stampa che terrò a Malta con il premier Joseph Muscat".
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Sulla Brexit "non siamo un Regno Unito". Con queste parole il capogruppo degli indipendentisti scozzesi dell'Snp, Angus Robertson, ha contestato ai Comuni l'affermazione della premier Theresa May secondo cui l'uscita dall'Ue potrà rendere il Paese "più unito". Robertson ha insistito sulla richiesta di un referendum sull'indipendenza della Scozia, nel "rispetto del voto democratico" del parlamento di Edimburgo al riguardo e ha ricordato che il 23 giugno "2 nazioni del Regno hanno votato per la Brexit e 2 contro".
Ieri il parlamento scozzese ha votato in maggioranza a favore della richiesta di un referendum bis sulla secessione da Londra in risposta alla Brexit. La proposta era stata presentata dalla first minister e leader indipendentista dell'Snp, Nicola Sturgeon. "Non apriremo i negoziati sulla proposta della Scozia": è la risposta della premier britannica, tramite un suo portavoce. "Ora non è il momento giusto", ha ribadito il primo ministro, riferendosi all'inizio dei negoziati sulla Brexit.