Il Belgio è entrato in letargo, almeno fino al 5 aprile. Ed emulando quanto fatto in Italia, si dà appuntamento la sera per affacciarsi alle finestre e sostenere con un applauso il personale medico in prima fila nella lotta contro il coronavirus. Il 'tutti in casa' annunciato dalla premier Sophie Willmes è scattato a mezzogiorno in una giornata insolitamente soleggiata e calda che stamane, secondo tanti testimoni, ha ispirato a molti lunghe passeggiate prima che scattasse il lungo confinamento a casa.
Ma la patria del surrealismo non si smentisce mai. Da un lato ci sono le scuole chiuse, la mobilità ridotta all'essenziale, il telelavoro e sanzioni fino a 500 euro per chi non rispetterà il divieto di assembramenti. Dall'altro ci sono parchi chiusi alle auto e aperti all'esercizio fisico e ospedali in stato d'allerta dove però, secondo le preoccupazioni postate sui social, ancora non sono state adottate, almeno in misura adeguata, misure di sicurezza come mascherine, guanti e quant'altro.
Poche ore prima che scattasse il 'coprifuoco' lunghe file si sono registrate per le strade davanti a negozi e alimentari e non sempre la distanza fra le persone è stata osservata alla lettera, come hanno testimoniati le tv locali. Passato il 'mezzogiorno di fuoco' il Paese è entrato nel suo letargo forzato. Deserta la piazza centrale del mercato, solitamente piena di turisti ed anche intorno alla statua di Manneiken pis si è creato un silenzio surreale. Passeggiate a parte, i belgi non rinunciano però alla gola.
Le friggitorie che servono le patatine fritte, piatto di cui il Paese va orgoglioso, potranno rimanere aperte. Ma solo se rispetteranno le regole della distanza di oltre un metro, ha annunciato il presidente dell'Unione Nazionale delle friggitorie, Bernard Lefevre. "I negozi di patatine sono come le panetterie, le macellerie o gli alimentari".
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