Fine dei comizi, basta selfie e strette di mano, stop al porta a porta e alla raccolta fondi, duelli tv solo in studi senza pubblico. Il coronavirus ha stravolto la campagna per la Casa Bianca, il più spettacolare, costoso e lungo show elettorale del mondo. Ora la gara è tutta virtuale, per la prima volta nella storia del pianeta. I due rivali democratici, Joe Biden e Bernie Sanders, hanno cancellato i raduni uno dopo l'altro. Poi si è adeguato anche Donald Trump, mentre molti Stati hanno cominciato a rinviare le primarie a giugno e a pensare di votare per posta. Si evocano gia' convention online.
Nel frattempo tutto si è spostato sulle piattaforme digitali: tele-town halls, raccolte fondi virtuali, discorsi in livestreaming dalla case dei candidati. Il senatore del Vermont ha tenuto anche un rally virtuale con il suo sostenitore Neil Young ed è apparso online per una "fireside chat", una conversazione accanto al caminetto, come fece alla radio per molti anni il presidente Roosevelt.
Ci sta provando anche il vecchio Joe, che pero' non ha lo stesso arsenale digitale del suo rivale. I primi esperimenti della sua campagna hanno avuto esiti imbarazzanti, come quando l'ex vicepresidente spostandosi è finito fuori inquadratura mentre parlava ai suoi fan dopo l'ultimo trionfo elettorale.
Anche il tycoon non è immune dagli effetti elettorali del coronavirus ma può sempre contare sul megafono della presidenza, con torrenziali conferenze stampa quotidiane. La sua campagna si sta attrezzando per eventi live e interattivi con surrogati online. Ma nessuna tecnologia potrà replicare i suoi oceanici comizi, che avevano hanno trasformato la campagna in un reality-show.
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