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Serbia - 'Gastarbajteri' mina vagante del contagio, pizzicato anche Jovic

Serbia - 'Gastarbajteri' mina vagante del contagio, pizzicato anche Jovic

21 marzo

BELGRADO, 27 marzo 2020, 22:40

Redazione ANSA

ANSACheck

Coronavirus in Serbia © ANSA/EPA

Coronavirus in Serbia © ANSA/EPA
Coronavirus in Serbia © ANSA/EPA

Il temuto arrivo in massa dei 'gastarbajteri', le migliaia di serbi che vivono e lavorano in Europa occidentale, era atteso per le feste di Pasqua a metà aprile - il 12 quella cattolica, il 19 quella ortodossa. E le autorità di Belgrado a più riprese avevano lanciato per tempo accorati appelli ai loro connazionali a restare nei Paesi di residenza, evitando di accrescere pericolosamente in Serbia i rischi di contagio dal coronavirus e di appesantire la situazione nelle strutture sanitarie. Ma l'esodo è stato anticipato e il governo, preso alla sprovvista dalle code chilometriche di auto ai confini con Ungheria e Croazia, ha reagito duramente con l'immediata chiusura a partire da ieri mattina di tutti i valichi di frontiera in ingresso nel Paese. "Nessuno, ad eccezione dei camion per il trasporto merci, può più entrare in Serbia", ha detto il presidente Aleksandar Vucic.
    Ma ormai era tardi e il danno era già stato fatto. I dati forniti dal governo parlano di oltre 76 mila serbi tornati in patria in pochi giorni, dal 14 al 19 marzo, in prevalenza da Austria, Germania, Italia, Svizzera, Francia, Olanda. Per loro c'è l'obbligo di auto-isolamento di 14 o 28 giorni, a seconda se si torni o meno da Paesi altamente a rischio contagio, come Italia, Spagna, Francia. Ed è qui che si manifesta tutta la preoccupazione delle autorità, dal momento che la disciplina della quarantena a casa viene osservata solo da una minoranza dei 'gastarbajteri'. Le forze di polizia hanno dato notizia di centinaia di denunce e arresti in tutto il Paese di persone tornate dall'estero e trovate tranquillamente in giro per negozi, nei parchi, in caffè e ristoranti, a feste di compleanno e ad allegri incontri con amici e parenti. A farne le spese tra gli altri anche Luka Jovic, giovane gioiello della nazionale serba ingaggiato lo scorso anno dal Real Madrid con un contratto plurimilionario. Tornato anch'egli a Belgrado per stare vicino alla famiglia, è stato sorpreso per strada quando doveva invece starsene chiuso in casa in quarantena. Con la polizia che lo ha denunciato si è giustificato dicendo che andava in farmacia e che al suo arrivo non gli erano state date istruzioni precise e categoriche. "La legge vale per tutti, anche per i milionari", ha detto il presidente Vucic stigmatizzando il comportamento del serbo del Real Madrid.
   

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