Sono le sentinelle in guanti bianchi che controllano e agevolano la vita di coloro che abitano negli indirizzi più prestigiosi di New York. Ma ora i famosi portieri della Grande Mela sono in prima nell'era del coronavirus. Tutti i pacchi passano per loro, così come tutti i visitatori dell'edificio, senza contare gli inquilini e le loro richieste.
I 'doormen' di New York vivono la loro giornata lavorativa a contatto con la gente esponendosi a forti rischi. E così negli ultimi giorni i loro guanti bianchi sono stati riposti nell'armadio per lasciare spazio a quelli di lattice e mascherine nel tentativo di difendere se stessi e i residenti.
Per la città sono considerati lavoratori "essenziali", così come lo sono quelli della farmacie e degli alimentari. Sono, con la loro onnipresenza non sempre vista a occhio nudo, una costante, un elemento di stabilità in una New York dove circola meno gente sulle strade e in metropolitana, ma basta andare a Central Park per dimenticarsi dell'esistenza di restrizioni e del distanziamento sociale.
I portieri di New York sono un esercito di 35.000 uomini rappresentati dal sindacato 32BJ SEIU che ha dettato per i suoi membri linee guida chiare. I portieri - ha stabilito - non possono rifiutarsi di lavorare anche se nel loro edificio c'è uno o più casi positivi al coronavirus. L'unica loro difesa sono i guanti e le mascherine, che il datore di lavoro deve fornire.
Il distanziamento sociale però, al di là delle raccomandazioni, è per molti di loro un sogno.
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