Lo sciopero degli affitti durante l'emergenza coronavirus. Mentre varie petizioni sono state lanciate a livello statale e regionale per chiedere lo stop dei pagamenti anche dei mutui, gli affittuari si organizzano e pensano a 'incrociare' le braccia e non pagare.
Il coronavirus ha causato la perdita di milioni di posti di lavoro e, senza stipendio, i 40 milioni di americani che vivono in affitto chiedono di cancellare i pagamenti nei mesi dell'emergenza. Una richiesta finora caduta nel vuoto con i proprietari che, in alcuni casi, si sono limitati a concedere solo uno slittamento dell'affitto di un mese, forse due nel caso in cui la crisi dovesse prolungarsi. Ma la concessione non soddisfa e da qui la levata di scudi con gli affittuari sul piede di guerra che chiedono la cancellazione in tronco degli affitti e dei mutui per uno o due mesi, ovvero il tempo necessario per rimettersi in piedi dopo la crisi.
I proprietari di casa però non ci stanno e avvertono: se gli affitti non saranno pagati il rischio è quello di innescare lo stesso circolo vizioso del 2008, con default di pagamenti a catena. La National Rental Home Association, organizzazione che rappresenta alcune categorie di proprietari di casa, chiede quindi aiuto alle governo: servono 9-10 miliardi di dollari al mese per bilanciare i costi degli affittuari che non possono più permettersi l'affitto. Il Congresso appare però più interessato ad aiutare gli affittuari: la deputata democratica della California, Maxine Waters, propone un piano da 100 miliardi di dollari per coprire gli affitti e le bollette degli americani.
La palla è ora alla Casa Bianca, alla quale spetta il compito di cercare un equilibrio fra le due richieste.
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