I matrimoni e i funerali procedono come se nulla fosse nella comunità degli ebrei ortodossi di New York, una delle più colpite dal coronavirus. Ma le autorità avvertono: sarà pugno duro contro gli assembramenti perché nessuno ha il diritto di "agire in modo irresponsabile" e di causare problemi alla comunità.
La messa in guardia arriva dopo un fine settimana di attività fervente nella comunità degli ebrei ortodossi, con tre funerali che hanno attirato centinaia di persone incuranti del distanziamento sociale. E in vista della Pasqua ebraica, che inizia mercoledì e si chiude il 16 aprile e che è un'occasione per ritrovarsi e unirsi. Diversi rabbini stanno invitando i fedeli ad accantonare i riti di celebrazione e quindi a rinunciare alla festa che dà l'avvio alla Pasqua ebraica. Un pressing reso più difficile dal fatto che gli ebrei chassidici non possono usare le tecnologie durante le feste per comunicare con le loro famiglie. A complicare il quadro sono le decine di sinagoghe e mikveh - i bagni per per i rituali purificatori - che restano aperti a Brooklyn, dove la comunità chassidica è numerosa nelle aree di Borough Park, Midwood e Williamsburg. Si tratta di zone particolarmente colpite dal coronavirus: solo a Borough Park e Midwood si hanno rispettivamente 771 e 631 casi. A breve sono attese le linee guida dell'associazione ultra-ortodossa Agutah Israel of America per i funerali, ai quali secondo le indicazioni preliminari non potranno partecipare più di 20 persone. Una cifra, afferma un portavoce dell'organizzazione, che sembra elevata per la società attuale ma è relativa per le famiglie ultra-ortodosse, che contano spesso su otto o nove figli e decine di nipoti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA