Il mercato delle case di lusso di New York si ferma: dopo la volata di febbraio, quando le vendite immobiliari complessive sono salite del 54%, si è letteralmente inchiodato con il coronavirus. I papabili acquirenti sono scomparsi, chi aveva firmato compromessi si è dato alla fuga. E molti i consigli di amministrazione dei singoli edifici stanno rifiutando i pochi coraggiosi che tentano di acquistare perché, con il crollo di Wall Street e il posto di lavoro in pericolo, non ritengono le loro finanze adeguate.
In questo quadro i costruttori e gli agenti immobiliari cercano di sopravvivere, consapevoli del fatto che la situazione almeno nel breve periodo non migliorerà. Il mercato stava infatti già facendo i conti con la scomparsa degli acquirenti cinesi e russi, che hanno fatto un passo indietro in seguito alle tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti. Un passo indietro che si è tradotto in un vuoto per il mercato del lusso, per il quale rappresentavano una fetta consistente, soprattutto nella fascia sopra i 10 milioni di dollari.
A tremare sono soprattutto i costruttori che, molto indebitati per portare avanti i loro progetti, si trovano nella situazione o di non poter completare la costruzione o di compromessi a rischio per il mancato rispetto della data di consegna, già sotto pressione per la complessità delle costruzioni. I nuovi grattacieli super alti e sottili che stanno ridisegnando lo skyline di New York presentano infatti non poche difficoltà di realizzazione. E questo ancora prima che il coronavirus fermasse i lavori e lanciasse la fuga dei potenziali acquirenti, causando un blocco e facendo tornare alla memoria i ricordi del crollo dell'immobiliare nel 2008.
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