C'e' un'emergenza nell'emergenza in America: quintali e quintali di ali di pollo invendute e probabilmente destinate al macero. Un gigantesco surplus a livello nazionale che altro non e' che uno degli effetti collaterali della pandemia. O meglio, della stretta messa in campo dal governo per tentare di frenare la diffusione del virus, a partire dalla chiusura degli stadi e delle arene che ospitano i grandi eventi sportivi. E si sa che davanti a una partita di baseball o di football gli americani - assiepati sugli spalti, davanti a una birra in uno dei tanti sport bar oppure seduti comodamente sul divano di casa davanti alla tv - non rinunciano mai al rito delle chicken wings, fritte o al forno, sempre accompagnate da salse barbecue, in quello che insieme a nachos, hamburger, popo corn e hot dog si trasforma inevitabilmente in un festival del junk food. Ma quest'anno niente sport, e soprattutto niente 'March Madness', il seguitissimo torneo del basket universitario che insieme al Super Bowl e' l'appuntamento piu' atteso dai produttori di pollame: l'anno scorso di questi tempi furono venduti circa 5.000 quintali di ali di pollo, quest'anno appena 2.000, e ad un prezzo stracciato, meno di un dollaro al pound, circa mezzo chilo. La serrata di fast food, bar e ristoranti ha fatto il resto. Cosi' un'intero settore rischia di entrare in crisi nera, spiazzato dal fatto che gli americani costretti a casa sembrano in questa fase scegliere cibi piu' salutari. E il colpo di grazia potrebbe venire nelle prossime settimane, con il dilagare della pandemia che, con l'arrivo della bella stagione, rischia di ammazzare un altro rito tutto 'made in Usa': quello del barbecue.
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