"Che vendano alcune delle loro macchine di lusso per pagare gli stipendi", aveva detto il premier bulgaro Boyko Borissov replicando alle lamentele degli imprenditori che si dicevano costretti a chiudere i battenti per colpa del coronavirus. La polemica era sorta poco dopo l'introduzione dello stato di emergenza in Bulgaria, il 13 marzo scorso, quando gli industriali avevano chiesto aiuti dallo Stato per non licenziare il personale. La 'proposta' di Borissov non è passata inosservata e ha suscitato dure reazioni fra gli 'oligarchi alla russa', come la gente comune definisce i neo ricconi del postcomunismo in Bulgaria. I tycoon locali si sono detti offesi dalle parole del premier, accusandolo di essere populista e di non capire la 'drammatica' situazione in cui versa il loro business.
Pronta è giunta la replica del capo del governo. "Non volevo offendere nessuno, dico e ribadisco soltanto che in certi settori i proprietari potrebbero vendere alcune delle loro automobili di lusso per pagare gli stipendi e non licenziare i lavoratori", ha affermato Borissov, che ha snocciolato i numeri sulle auto di superlusso in giro in Bulgaria, uno dei Paesi più poveri della Ue. "Per le strade del nostro povero paese circolano tre Bugatti come quella di Cristiano Ronaldo, 84 Rolls-Royce, 54 Maybach, 123 Ferrari, 87 Lamborghini, 241 Bentley, 22 McLaren, 311 Maserati, 280 Hummer, circa 4 mila Jaguar e circa 5 mila Porche", ha detto. "In questo siamo tra i primi in Europa"
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