Nonostante il coprifuoco e senza il minimo rispetto delle misure sanitarie raccomandate per la pandemia del coronavirus, oltre 400 persone hanno partecipato a una festa clandestina in Cile, provocando uno scandalo e molte polemiche nel Paese sudamericano, che registra quasi 20 mila casi confermati e 260 morti per Covid-19.
Il party è stato organizzato utilizzando i social network. I carabinieri cileni hanno scoperto il maxi-incontro dopo le chiamate dei vicini che hanno riferito di rumori molesti domenica mattina nel distretto di Maipú, nel settore sud-occidentale della capitale Santiago.
Durante un pattugliamento di polizia per controllare il rispetto del coprifuoco, gli agenti hanno visto un gran numero di persone uscire da un edificio, così sono entrati e hanno scoperto e interrotto la festa. Il capitano Claudio Valenzuela ha raccontato che "sono uscite circa 400 persone dall’interno dell'edificio, dove veniva venduto alcol di ogni tipo", aggiungendo che "le persone non stavano rispettando alcun tipo di misura di sicurezza, come mascherine o distanziamento sociale".
L'organizzatore della festa, 45 anni, è stato arrestato. Ha detto alle autorità di aver affittato il posto per un compleanno e che non aveva idea che sarebbero arrivate così tante persone, e che non era a conoscenza dell’invito alla festa tramite i social.
La portavoce del governo di Sebastian Pinera, Karla Rubilar, ha espresso su Twitter il suo disappunto per l’accaduto. "Non potremo vincere la battaglia contro Covid-19 se più di 400 persone che credono di essere invincibili, in pieno coprifuoco, vanno a una festa clandestina, mettendo a rischio la loro salute e quella degli altri", ha detto la portavoce. "Cos'altro deve succedere per capire che questo non è un gioco?", ha aggiunto.
Sulla stessa linea, il ministro della Salute, Jaime Manalich, ha sottolineato che "se non prendiamo sul serio la battaglia di Santiago, perderemo la guerra contro Covid-19".
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