Lavoratori instancabili, infallibili e immuni al virus: una manna, in tempi di pandemia. Sono cinque e si chiamano Akazuba, Ikizere, Mwiza, Ngabo e Urumuri, nomi ruandesi che appartengono però a inediti cittadini, visto che si tratta di robot umanoidi prodotti da un'azienda belga. I cinque sono stati consegnati al Ruanda per un supporto nello screening del coronavirus e nella consegna di cibo e farmaci ai malati, ma funzionano anche per il collegamento in videoconferenza tra pazienti e medici.
Il loro scopo principale, insomma, è ridurre l'esposizione al contagio degli operatori sanitari, come ha dichiarato alla Bbc Daniel Ngamije, ministro della Salute del Ruanda. "Abbiamo bisogno di altri robot per compiti ulteriori, come la disinfezione nello spazio pubblico, e stiamo lavorando per ottenerli", ha aggiunto.
I robot possono fare screening a un numero che va da 50 a 150 persone al minuto, registrano e memorizzano i dati dei pazienti, avvisano gli operatori sanitari di anomalie, avvertono le persone senza mascherine o che le indossano in modo improprio.
Il Ruanda ha due centri per la cura di Covid-19: uno si trova alla periferia della capitale, Kigali, l'altro nella città di Nyamata, nel sud-est del Paese che a oggi registra circa 300 casi positivi e nessun decesso. Il governo del Ruanda è stato il primo dell'Africa sub-sahariana ad applicare rigorose misure restrittive con l'obiettivo di contenere la diffusione del virus. All'inizio di marzo, nonostante un contagio ancora assente, il Ruanda ha vietato concerti e raduni pubblici per poi chiudere i confini e proibire spostamenti non essenziali ai propri cittadini alla fine dello stesso mese, quando le infezioni viaggiavano ormai a due cifre. Dal 4 maggio il governo ha allentato alcune restrizioni, ma i confini rimangono chiusi, fatta eccezione per il trasporto merci e il rientro dei cittadini ruandesi. Rimangono chiusi anche gli istituti scolatici, gli impianti sportivi, le palestre, i bar e i luoghi di culto, mentre sono consentite le attività sportive individuali in spazi aperti. Continuano a essere proibiti i viaggi tra le province, mentre i pendolari devono aderire alle norme di distanziamento fisico nei mezzi pubblici. Dalle 20.00 alle 5.00 ora locale vige il coprifuoco.
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