L'Africa, oltre all'incubo di un'ecatombe dovuta ai suoi sistemi sanitari fatiscenti, offre anche piccoli bagliori di speranza lanciati dall'inventiva tecnologica che fermenta nella sua giovane popolazione: è il caso di un rudimentale robot messo a punto da studenti di ingegneria del Senegal al fine di portare medicine e pasti ai ricoverati per coronavirus limitando superflui contatti con gli infermieri, cui talvolta mancano dispositivi di protezione adeguati.
Il prototipo di robot, chiamato "Dr Car", si presenta come una sorta di cassettiera verde con tre ripiani e ruote ed è stato realizzato alla Scuola superiore politecnica (Esp) di Dakar, segnala il sito del quotidiano Le Monde.
Il Senegal, che finora conta 3.130 malati di Covid e 36 decessi, ha solo 16 milioni di abitanti ma 160 mila studenti. La macchina è stata già accolta con entusiasmo al Centro di operazioni d'emergenza sanitaria (Cous) della stessa capitale senegalese "perché minimizza il contatto fra i pazienti e il personale sanitario", come ha sottolineato il direttore del centro, Abdoulaye Bousso, pronto a richiedere diversi "Dr Car".
L'idea dell'infermiere automatizzato è così buona che Bousso ha consigliato che il personale sanitario possa parlare col paziente attraverso uno schermo e che braccia meccaniche siano in grado di rilevare la temperatura e la saturazione d'ossigeno del malato.
Per finanziare lo sviluppo del robot, l'Esp ha firmato una convenzione di partenariato con la "Delegazione generale dell'imprenditoria rapida" (Der). Ma, a frenare gli entusiasmi, ci sono le lamentele degli studenti inventori che segnalano "carenze di componenti elettronici".
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