Il governo libanese ha deciso di prolungare le misure anti-coronavirus fino al 5 luglio prossimo, e di non riaprire del tutto il paese, come inizialmente era previsto, il prossimo 8 giugno. Anche l'aeroporto di Beirut, che doveva riaprire la settimana prossima, rimane chiuso ai voli commerciali almeno fino alla fine del mese. Questa decisione è stata presa oggi durante una riunione del consiglio dei ministri dopo che l'esecutivo ha recepito i suggerimenti della commissione speciale per la crisi del Covid-19.
Da fine febbraio a oggi in Libano si sono registrati ufficialmente più di 1.300 contati e 28 decessi accertati. Nelle ultime settimane la maggior parte dei casi positivi si sono riscontrati tra i libanesi rimpatriati dall'estero. Secondo il ministero della salute, nelle ultime ore decine di persone di una località a sud di Beirut sono risultate positive dopo esser entrate in contatto con una libanese rientrata dall'estero. In questo contesto, il Libano aveva cominciato lunedì scorso la quarta tappa del graduale ritorno alla normalità: dopo più di tre mesi di chiusura avevano riaperto i centri commerciali e le stazioni balneari. Gli alberghi e i ristoranti hanno riaperto i battenti mantenendo un'affluenza limitata rispetto alla loro massima capacità ricettiva. Con la decisione odierna di fatto rimangono però in vigore soltanto alcune norme restrittive come quella della circolazione a targhe alterne e il coprifuoco notturno ridotto a cinque ore, dalla mezzanotte alle 5 del mattino.
I cinema, le discoteche, i parchi pubblici e i centri sportivi rimangono invece chiusi. Le piscine hanno riaperto alla fine di maggio. Le scuole hanno ripreso ad accogliere studenti ma soltanto quelli dei gradi medi (a giorni alterni) e superiori, e l'anno scolastico è stato prolungato fino alla fine di giugno.
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