Lo sterminato Pantheon indiano si è arricchito di una nuova divinità: vasti gruppi di donne si riuniscono tutti i venerdì, da qualche settimana, nei villaggi del distretto di Ranchi, nello Stato del Jharkhand per venerare la dea Corona, nata con l'intento di pacificare la pandemia. Le donne si sono passate la voce: portano candele votive, dolci, brocche con acqua, corone di fiori, e, sedute in cerchio attorno a un albero, per ore intonano canti, in onore della dea Corona. "Abbiamo creato un altare per venerarla", ha detto Naina Devi, del villaggio di Namkom, a un giornalista dell'agenzia Ians: "In questo modo si pacificherà: i medici non riescono a guarire i pazienti, gli scienziati non trovano il vaccino, il solo modo per salvarci è onorare la dea e ingraziarcela". Nello Stato a est del Paese, tra i più piccoli dell'India, il virus ha registrato finora pochi casi, 864 in tutto, e nove morti: ma l'epidemia spaventa, e dilaga ogni giorno con almeno 30 nuovi casi, di pari passo con il rientro di migliaia di persone da Stati molto più infetti. Per bloccare la diffusione del contagio, il governo ha adottato misure rigide: il coprifuoco serale e notturno, l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, il rispetto della distanza tra le persone di almeno un metro e 80 centimetri; tutti i luoghi di culto sono ancora chiusi, ai riti funebri possono assistere solo 20 persone, ai matrimoni non sono ammessi più di 50 invitati. Ciononostante, le donne che venerano la nuova divinità si radunano, clandestinamente, a centinaia, e quasi nessuna indossa la mascherina. "L'India ha già conosciuto due gravi calamità naturali: il ciclone sopra il West Bengala e quello sul Maharashtra", aggiunge Kabita Mahto, un'altra delle convinte fedeli della dea Corona. "Niente è stato fatto per pacificare la sua furia, che aumenta sempre di più: dobbiamo venerarla noi, per calmarla".
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