Una lettera indirizzata dalla Società di pediatria marocchina al ministero della Salute e un effluvio di testimonianze sui social network hanno sollevato il problema dell' "effetto devastatore" e dei "traumi" che un prolungato lockdown anti-coronavirus sta causando sui bambini in Marocco.
La missiva-appello, rilanciata massicciamente da media locali, chiede al dicastero di tener conto "dell'impatto psicologico e del trauma" causato dalle misure di chiusura in vigore da metà marzo e di recente prolungate nei grandi centri urbani.
La Società di pediatria chiede di "prendere misure si allentamento affinché i bambini possano uscire dalle abitazioni" da una a tre ore al giorno pur rispettando le misure di distanziamento sociale.
Lo scopo è quello di limitare i "disturbi comportamentali", l' "irritabilità" e la "destrutturazione del sonno" che si stanno registrando fra i piccoli marocchini, ha precisato il presidente dell'associazione, Hassan Afilal.
"Mio figlio di otto anni è depresso: è rinchiuso da tre mesi, piange tutto il tempo e soffre di emicranie croniche", ha scritto su un social un padre.
Il Marocco, paese nordafricano con 35 milioni abitanti, peraltro finora è stato relativamente risparmiato dalla pandemia dichiara meno di 9.000 casi e e poco più di 210 decessi.
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