Non si ferma l'emorragia di esuberi annunciati dalle aziende britanniche anche nel mondo dei media - oltre che in altri settori, dai trasporti, al retail, alla ristorazione - in un contesto in cui il richiamo all'impatto economico dell'emergenza coronavirus si somma a fardelli strutturali precedenti. L'ultimo taglio si sta per abbattere sul Guardian, giornale liberal visto nel recente passato come un esempio di successo d'informazione globale ad alto tasso di contenuti digitali, con un piano che prevede la soppressione di 180 posti di lavoro: 70 giornalisti e 110 amministrativi delle aree del commerciale, del marketing, della pubblicità. La ristrutturazione è stata giustificata in tandem dalla direttrice generale della società editrice Guardian Media Group, Annette Thomas, e dalla direttrice giornalistica, Katherine Viner, le quali hanno invocato "prospettive finanziarie insostenibili" per il prossimo futuro a causa della prevista portata dello "shock economico" causato dalla pandemia e dal lockdown. Con previsioni di un possibile calo dei ricavi annui fino a 25 milioni di sterline (oltre 27 milioni di euro).
Thomas e Viner hanno peraltro giurato che la credibilità rivendicata dal Guardian e il legame da giornale d'opinione con i lettori non verranno meno. Mentre non è al momento prevista la rinuncia alla politica dei contenuti online gratuiti che la testata offre, a differenza dei modelli a pagamento almeno parziale adottati dai principali concorrenti britannici o americani. Nei giorni scorsi la Bbc ha annunciato pure l'esubero di 450 persone nelle sue sedi regionali, dopo aver sospeso per ragioni di servizio pubblico un piano analogo concepito sul fronte della redazione delle news nazionali e internazionali. Cifra a cui ha in seguito aggiunto la prospettiva di altri 70 licenziamenti, a causa di stime finanziarie immediate ulteriormente peggiorate. Sulla stessa lunghezza d'onda, l'editore che controlla i tabloid Daily Mirror e Daily Express ha a sua volta messo in cantiere il benservito di 550 dipendenti. Ossia il 12% del suo organico totale, fra reporter e impiegati vari.
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