Un solo articolo, semplice, che recita tra l'altro: "I deputati e i senatori che nel corso della legislatura si iscrivono ad un gruppo parlamentare diverso da quello per cui sono stati eletti sono dichiarati decaduti ed incandidabili". E' il disegno di legge costituzionale presentato al Senato il 23 marzo 2017 a prima firma dell'attuale capo politico di M5s Vito Crimi e siglato da tutto il gruppo parlamentare.
Una proposta di modifica dell'articolo 67 della Costituzione che non è stata ripresentata in questa legislatura. Ma tant'è. Anche se datata sembra quantomeno stonare rispetto al tema caldo dei 'reponsabili' o 'costruttori' ai quali il governo sta guardando in queste ore per sostenere la maggioranza in Parlamento e in particolare a Palazzo Madama.
Sul testo peraltro non era mai iniziato l'iter di commissione. E' stata invece assegnata alla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio il 7 maggio 2020 la proposta di legge di riforma degli articoli 67 e 92 della Costituzione depositata nel febbraio dello scorso anno da Fratelli d'Italia a prima firma Giorgia Meloni e che ne ha una omologa a Palazzo Madama.
La proposta di modifica costituzionale non introduce il vincolo di mandato ma un vincolo, di fatto, di alleanza. All'articolo 67 della Costituzione si aggiunge infatti un comma per cui: "I membri del Parlamento hanno il dovere di esercitare la funzione di rappresentanza della Nazione secondo princìpi di coerenza e lealtà elettorale". E dunque: "I partiti o gruppi politici organizzati che intendono presentare liste di candidati per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica indicano, prima dello svolgimento delle elezioni e secondo le modalità stabilite dalla legge, i partiti o gruppi politici organizzati con i quali sono disposti a valutare la possibilità di formare alleanze di Governo". Si prevede poi, con una modifica dell'articolo 92, che il presidente della Repubblica nella fase di formazione del governo, tenga conto di quelle indicazioni. E chissà se, anche visto il dibattito aperto dalla crisi su questo punto, Fratelli d'Italia non farà pressing perché se ne avvii la discussione.
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