Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, è il nuovo ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Draghi. Prende il posto di Nunzia Catalfo (M5s). Nato a La Spezia, classe 1969, maturità scientifica, ha iniziato da giovanissimo l'attività politica e ha già rivestito incarichi da ministro. Dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 è stato alla guida dell'Ambiente, tutela del territorio e del mare del governo Letta, e dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016 è stato ministro della Giustizia del governo Renzi, riconfermato nel governo Gentiloni, fino al 31 maggio 2018.
Il suo esordio in politica risale al 1989 come segretario provinciale della Fgci. Nel 1990 la prima elezione a Consigliere comunale nella sua città con il Pci, carica che mantiene, divenendo poi capogruppo al Consiglio comunale, con il Pds alle successive elezioni. Nel 1995 segretario cittadino del Partito e nel 1997 diviene assessore prima alle Attività produttive ed in seguito alla Pianificazione territoriale. Nel 2000 entra nella segreteria regionale dei Ds come responsabile degli enti locali, e nel 2001 è segretario provinciale. Nel 2003 è nella direzione nazionale del Partito come vice responsabile dell'organizzazione e poi come responsabile degli enti locali (2005) e nel 2006 è responsabile nazionale del partito. Viene eletto deputato dell'Ulivo nel 2006. Confluito nel Partito democratico allo scioglimento dei Ds, nell'aprile 2007, ne diviene responsabile dell'organizzazione. Rieletto nel 2008 per il Pd alla Camera, nello stesso anno viene nominato portavoce del partito da Walter Veltroni, incarico che mantiene anche nella segreteria di Dario Franceschini. Nominato nel 2009 da Pierluigi Bersani presidente del Forum Giustizia del partito, diviene membro della commissione Giustizia della Camera (2010). Nel gennaio 2011 commissario del Pd a Napoli. Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletto alla Camera e dal 2019 è vicesegretario del Pd.
Tra i punti prioritari che lo attendono al dicastero di via Veneto c'è innanzitutto quello della riforma degli ammortizzatori sociali ed il rilancio delle politiche attive, su cui è stato avviato il confronto con le parti sociali, che spingono per una revisione complessiva dell'attuale sistema in senso universale e con un'attenzione particolare alla formazione. Ma tema ancora più urgente è quello della decisione sulla proroga o meno del blocco dei licenziamenti, oltre il prossimo 31 marzo, insieme al prolungamento della cassa integrazione Covid per far fronte all'emergenza economica e all'impatto della pandemia sul mondo del lavoro. Una delle prime richieste portata dai sindacati al premier Mario Draghi nell'ambito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.
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