Dopo Sergio Mattarella c'è solo Sergio Mattarella. La politica ha preso atto di non essere in grado di esprimere un nome alternativo e sceglie l'usato sicuro. Sospinto dall'onda dei voti parlamentari Mattarella già ieri era prepotentemente rientrato in gioco ma persisteva l'incognita del suo diniego alla rielezione. Ieri è arrivata la svolta: prima il gruppo di Forza Italia si sfilava dal blocco del centrodestra facendo sapere che avrebbe agito da solo. Quindi, nella notte, la mossa decisiva: anche Matteo Salvini, forse pressato dall'ala governista della Lega, cedeva dando il via libera al nome dell'attuale presidente. Ma restavano i dubbi sulla reazione di Mattarella ad una candidatura che non riteneva opportuna: si è mosso Mario Draghi per una prima consultazione degli umori del presidente.
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Quindi, mentre il quadro politico si chiariva e la maggioranza si compattava, si è scelto di compiere un atto formale per comunicare la scelta al capo dello Stato. Alle 15.30 sono saliti al Quirinale i capigruppo di maggioranza per ufficializzare la scelta. E da loro si è avuto conferma che Mattarella si metteva a disposizione. "Avevo altri piani ma io sono rispettoso del Parlamento", ha detto il presidente confermando il suo sì. E' il quattordicesimo presidente della Repubblica italiana e ora dovrà rinunciare ai suoi progetti per una vita più tranquilla. Indispensabile era definire un patto che garantisse anche la stabilità dell'esecutivo e questo accordo è stato raggiunto con il via libera di Silvio Berlusconi e quello, meno scontato, di Matteo Salvini. Arrabbiatissima Giorgia Meloni che ha visto la coesione del centrodestra schiantarsi nel giro di una notte: "Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci", ha detto la leader di Fratelli d'Italia non appena saputo della scelta dei suoi alleati. Per il resto è un coro di plausi e ringraziamenti per Mattarella che, sulla scia di Giorgio Napolitano, ha dovuto accettare un impegno non cercato e ha già fatto sapere che "farà del suo meglio" anche per questo secondo mandato. Nulla trapela da un Quirinale blindato in un rigoroso silenzio stampa. Ma le cose da fare sono tante: in serata i presidente di Camera e Senato saliranno al Colle per ufficializzare l'avvenuta elezione. Poi ci potrebbero essere due-tre giorni di limbo fino al giuramento e al discorso di insediamento. Che potrebbe esserci mercoledì o giovedì. Giovedì infatti è il 3 febbraio, giorno della scadenza della prima presidenza di Sergio Mattarella.
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