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Fra i morti del mercato di Nusseirat a Gaza - REPORTAGE

Fra i morti del mercato di Nusseirat a Gaza - REPORTAGE

Molti profughi tornano a nord: 'Tanto qui bombardano lo stesso'

KHAN YOUNES, 24 ottobre 2023

di Sami al-Ajrami

ANSACheck

Colpito mercato, morti e feriti a sud di Gaza © ANSA/AFP

Colpito mercato, morti e feriti a sud di Gaza © ANSA/AFP
Colpito mercato, morti e feriti a sud di Gaza © ANSA/AFP

Strade sconvolte, automobili sempre più rare, il terrore negli occhi dei passanti. Così appare il mercato di Nusseirat - la 'capitale' del settore centrale di Gaza - poco dopo l'ennesimo raid israeliano. Le prime squadre di soccorso sono ancora impegnate a cercare superstiti fra le macerie quando nella strada principale sfreccia un'ambulanza. E' diretta ad ovest, verso il campo profughi, dove nello stesso momento è in corso un altro bombardamento. In questi giorni nella Striscia si rischia la vita anche per fare la spesa al mercato. "Nell'aria - dicono gli ultimi commercianti - c'è odore di morte".

Video Israele-Gaza: reportage dal mercato di Nuseirat, colpito dai bombardamenti

 




    Ai bordi della strada il supermarket Abu Dallal - il più grande di Gaza - appare in rovina. Il bombardamento è terminato da poco, lasciando una scia di distruzione. Dietro la struttura c'era l'abitazione privata della famiglia Abu Dallal, sventrata da una bomba. I muri sono pericolanti ma i vicini si affannano a scavare a mani nude fra le macerie nel tentativo di salvare qualcuno. Il ministero della Sanità di Hamas ha fatto sapere che a Nusseirat ci sono stati "numerosi morti e feriti". Altre 18 vittime, nelle stesse ore, si sono avute nelle vicine località di Deir el-Ballah e di Rafah. Mentre in serata, a Tel Aviv, il portavoce militare ha affermato che a Nusseirat è stato eliminato "il vice comandante di un battaglione di Hamas coinvolto nella strage al kibbutz di Beeri del 7 ottobre".

    Lungo strade sconnesse e accidentate i morti ed i feriti vengono trasportati all'ospedale Shuhada di Khan Yunes, ormai al collasso. L'ospedale funziona con le ultime scorte di combustibile, che è costretto a dosare. Con una media giornaliera di decine, centinaia di morti, i corpi sono allineati ormai nel parcheggio, avvolti in sudari. La richiesta alle famiglie è di prelevarli il più presto possibile per l'inumazione.

    Di fronte a queste immagini traumatiche molte famiglie - giunte una settimana fa dal nord della Striscia dopo che Israele aveva assicurato che in quest'area sarebbero state in condizioni di sicurezza e sostenute da aiuti umanitari - hanno deciso oggi di percorrere l'itinerario inverso e tornare a nord. "Meglio tornare a casa nostra - dicono - anche se dovremo essere ancora bombardati. Meglio là, anche in una casa danneggiata, che non qua come profughi".    Anche oggi dal valico di Rafah sono entrati 20 camion con aiuti umanitari. Ma sono quantità irrisorie di fronte alle necessità di centinaia di migliaia di sfollati. Il carico era di medicinali, acqua e cibo. In pratica ai profughi non è arrivato nulla, gli aiuti sono stati distribuiti solo agli ospedali. In particolare c'è bisogno di combustibile e di farina, per distribuire pane alla popolazione. In tutto il settore centrale di Gaza sono ancora in funzione solo due fornai. All'ingresso si vedono costantemente code lunghissime, mentre altri sfollati vagano per le strade con taniche gialle ed azzurre nella speranza di recuperare anche qualche goccio di acqua potabile.  

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