Alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza di genere, la cronaca - dall'Emilia-Romagna alla Capitale - non smette di raccontare di aggressioni, di minacce - sia fisiche che verbali - di atti persecutori verso le donne. Il caso più eclatante in un condominio alla Periferia di Parma dove, nei giorni scorsi, un 20enne è stato arrestato dai Carabinieri, con l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia per avere preso a pugni la mamma e poi cercato di soffocare e accoltellare la sorella giunta in soccorso della donna.
Ai militari arrivati sul posto - allertati dalla chiamata di alcuni abitanti del palazzo - madre e figlia hanno parlato di vessazioni e violenze fisiche e psichiche ripetuti nel tempo e culminati nell'ultimo episodio in cui il ragazzo - fermato e condotto in carcere - avrebbe prima colpito la madre con dei pugni su tutto il corpo e poi avrebbe tentato di soffocare la sorella cingendole il braccio intorno al collo: non riuscendo nell'intento, avrebbe cercato di accoltellarla all'addome, due volte, con una lama da cucina, 'parata' dalla giovane con le braccia.
E se a Parma è scattato l'arresto a Piacenza un uomo è stato raggiunto da un ammonimento del Questore - e convinto a sottoporsi ad un percorso psicologico di recupero - per avere piazzato un rilevatore Gps sotto l'auto dell'ex fidanzata in modo da controllarla e seguirne gli spostamenti mentre a Reggio Emilia un 53enne è stato arrestato per avere violato il divieto di avvicinamento ad una donna che aveva deciso di interrompere la sua conoscenza.
Da quella decisione, l'uomo aveva iniziato a manifestare un atteggiamento ossessivo tempestandola di insulti, minacciandola di morte e assumendo condotte persecutorie anche nei confronti dei familiari. Raggiunto da un divieto di avvicinamento alla vittima e dall'applicazione del braccialetto elettronico, il 53enne è stato arrestato, in flagranza dai Carabinieri avvisati dalla dalla donna oggetto delle sue attenzioni che, uscendo di casa, se lo è ritrovato di fronte, malgrado dovesse mantenere una distanza da lei di almeno 800 metri.
A completare un quadro di violenza e sopraffazione, scendendo dall'Emilia-Romagna al Lazio, i Carabinieri della stazione di Roma La Storta hanno arrestato un 25enne capitolino già noto alle forze dell'ordine, accusato di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori nei confronti della ex compagna.
La donna, incinta, ha raccontato agli uomini dell'Arma che l'ex, dopo averla contattata 194 volte per tentare di chiarire la loro relazione sentimentale, l'ha minacciata di morte con una siringa all'interno della sua autovettura. Raccolti elementi considerati sufficientemente gravi per procedere, i militari, d'intesa con la Procura della Repubblica, hanno fermato il 25enne e lo hanno condotto al carcere di Regina Coeli.
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