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Rovescio a una mano addio, scompare anche alle Finals

Rovescio a una mano addio, scompare anche alle Finals

Dimitrov e Tsitsipas tra ultimi cultori ma non ci sono a Torino

10 novembre 2024, 17:04

Redazione ANSA

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Musetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Musetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Novak Djokovic è il grande assente alle Atp Finals di Torino ma la sfida tra i migliori giocatori del 2024 al via oggi alla Inalpi Arena con un italiano n.1 al mondo e grande favorito, sarà da ricordare anche per un'altra assenza, sul fronte tecnico: il rovescio ad una mano, gesto che negli anni è stato via via abbandonato dai campioni della racchetta. A scorrere il ranking mondiale, nei primi cento tennisti al mondo sono solo otto, meno dei 10%, coloro che ancora si affidano a quel tipo di colpo e uno solo, al momento è nella top 10 Atp, il bulgaro Grigor Dimitrov, che divide la scelta col greco Stefanos Tsitsipas (n.12) e l'azzurro Lorenzo Musetti (n.17), mentre per trovare il successivo nella classifica bisogna scendere fino al n.30, dove si trova al momento un giovane in grande crescita, ma grazie soprattutto ad un servizio fuori categoria, il francese Giovanni Mpetshi Perricard.


Dimitrov e Tsitsipas sono le riserve alle finali torinesi, quindi per gli appassionati del rovescio ad una mano sono scarse le speranze di vederli in campo. Djokovic, che ha deciso di rinunciare al torneo, ha condiviso per anni il trono del tennis con Roger Federer, uno degli ultimi fuoriclasse a tenere vivo il gesto classico, e magico nella sua interpretazione, messo in discussione per la prima volta da Bjorn Borg. Lo svedese, gran rivale di John McEnroe, è stato uno dei primi a rendere popolare il rovescio a due mani, circa mezzo secolo fa, quasi in contemporanea con la superstar Usa Chris Evert. Anche lei ha fatto proseliti, dato che tra le attuali best 100 Wta circa il 99% la imita.


Giocatori di gran classe come Stefan Edberg e Pete Sampras, prima di King Roger, hanno continuato a insistere con un gesto che loro sapevano sfruttare al meglio, ma negli anni l'evoluzione del gioco, sempre più veloce e 'potente', e dei materiali, l'ha reso meno redditizio, dato che richiede una preparazione più lunga e una distanza dalla palla diversa rispetto al rovescio a due mani. Se il colpo può essere più preciso e imprevedibile, dall'altra espone il giocatore ad una difesa più difficile sulla replica.
Le Atp Finals sono così una conferma di quanto certificato dalla classifica Atp il 19 febbraio scorso, quando per la prima volta dalla sua creazione, nel 1973, nella top 10 non compariva nessun giocatore con un rovescio a una mano. Intervistato in merito, Federer aveva detto, un po' sconsolato: "Questa cosa non mi piace, per me una pugnalata. Ma allo stesso tempo, rende speciali i giocatori, come ero anche io, che ancora tengono alta questa bandiera". 

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