Riccardo Scamarcio e' Pericle il nero, protagonista del film di Stefano Mordini ispirato all'omonimo romanzo di Salvatore Ferrandino. Il film e' uscito nelle sale italiane da Bim da qualche giorno, prodotto da Buena Onda con Rai Cinema e i fratelli Dardenne, ma al festival di Cannes è sceso in gara, unico italiano di Un Certain Regard.
Cosa si aspetta? ''Speriamo che il film faccia la stessa parabola del romanzo. Fu ignorato in Italia poi in Francia fu pubblicato da Gallimard e quindi riusci' in Italia con Adelphi diventando un best seller'', dice in un'intervista all'ANSA Riccardo Scamarcio che del film e' protagonista assoluto ma anche tra i produttori con Valeria Golino e Viola Prestieri. Pericle e' una specie di animale, 'fa il culo alla gente', ed e' letterale nel libro come nel film, decisamente un reietto ai margini in una periferia belga territorio di italiani emigrati, molti coinvolti con la criminalita' organizzata come Luigi (Gigio Morra), il boss camorrista da quale prende ordini e che ha con lui un rapporto quasi da figlio. Un reietto che il pubblico, seguendo la storia, quasi finisce per amare. ''Era nelle nostre intenzioni riuscire a raccontare la parabola di questo personaggio ambiguo, cattivo, una specie di pitbull tenuto in cattivita' utilizzato per lanciarlo di volta in volta in spedizioni punite. Un personaggio singolare, al di la' dei suoi crimini - prosegue Scamarcio - e' un orfano, disperato senza disperazione, non consapevole amorale e che ad un certo punto commette un errore e scappando conosce cose di se'che non conosceva ossia amare e addirittura essere amato''.
Nel passaggio dal libro alla scrittura che difficolta' ci sono state? ''Nel libro il cuore pulsante sono i ragionamenti di Pericle, ma al cinema le cose bisogna farle vedere, quindi trasportare in immagini e azioni i pensieri di Pericle e' stata la cosa piu' difficile''.
Del film e' anche produttore, cosa le piace di questa attivita' potendo fare solo l'attore? ''In altre parole chi me lo fa fare? Effettivamente la riflessione ci sta ma con Buena Onda vogliamo fare cose che altri produttori non fanno perche' magari sono rischiose ed e' anche giusto non farle. Ci piace l'idea di scegliere, di poter avere con il cinema un rapporto vecchia maniera, pragmatico, artigianale, non industriale, curando ogni cosa''.
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