"La cosa sorprendente è che un film tutto italiano costato solo 650.000 euro e che ha coinvolto De Maria, Aldo Nove, Ciprì e Isabella Ferrari non abbia ancora una distribuzione". E' l'appello di Riccardo Scamarcio, in qualità di produttore associato insieme alla Ferrari, oggi al Lido per La vita oscena, film psicadelico e generazionale passato a Orizzonti alla Mostra di Venezia. "Non abbiamo distribuzione - dice rivolto ai giornalisti -, dite ai distributori se ci danno una mano".
E la Ferrari che nel film interpreta la madre che avrebbe voluto essere gli fa eco: "Il tax credit per noi è stato fondamentale. Ora c'è nuovo decreto che lo ha aumentato, non c'è più motivo di non investire sul cinema". Di scena nel film il libro di Antonio Centanin, in arte Aldo Nove, scrittore e poeta che nel libro omonimo pubblicato da Einaudi racconta se stesso. Ovvero la storia di un Andrea (Clement Metayer) ragazzino, amante di Trakl, che perde i genitori a distanza di qualche mese. Fatto che lo getta in un percorso estremo di droga, sesso bulimico e solitudine.
A raccontare questo percorso agli inferi, con tanto di voce fuori campo, è appunto il regista Renato De Maria (Paz!). Nel cast, oltre alla Ferrari, Anita Kravos, Iaia Forte ed Eva Riccobono. Spiega il regista: "Il libro di Nove mi ha evocato tante immagini. Per me allora è stata una sfida visiva ed emotiva. La voglia di raccontare una storia di formazione di impatto universale". E ancora De Maria: "La cosa più importante per me è stata quella di fare qualcosa di non già visto. Un viaggio inedito psicadelico. Ho cercato così nei siti web immagini nuove e mi sono ispirato a registi come David Lynch e Gaspar Noè". "Il libro di Nove - spiega la Ferrari - mi ha molto commosso. Vorrei essere io la madre che interpreto. Una madre con tanta luce e che nonostante la malattia si veste colorata con tanta voglia di vivere. Sono così produttrice di questo film perché mi sono sentita un po' madre del progetto". E aggiunge: "E' la storia di un giovane poeta che perde padre e madre e si abbandona all'autodistruzione, ma che alla fine ce la fa.
Una storia in cui ci ognuno si può riconoscere". Lo scrittore Aldo Nove, presente al Lido, dice invece: "Sono un gran fan di De Maria ho visto il suo Paz! più volte di Amarcord di Fellini che è il mio film preferito. Quando ho saputo che De Maria avrebbe fatto il mio film sono stato entusiasta. Per me nel mio romanzo c'è una forte cifra poetica resa da lui con la potenza delle suggestioni visive, ma in modo del tutto delicato". "Mi sono riconosciuto particolarmente con questo personaggio anche se non ho mai avuto tentazioni suicide, ma come tutti i giovani ho avuto i miei periodi di confusione", dice infine il longilineo protagonista Metayer.
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