E' morta Anita Ekberg, ha incantato il mondo con la sua bellezza. E' stata la musa di Federico Fellini e rimarrà nella storia del cinema per la scena della Dolce Vita nella Fontana di Trevi con Marcello Mastroianni. L'attrice, 83 anni, è deceduta nella clinica di Rocca di Papa, in quei Castelli Romani ai quali era particolarmente affezionata.
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La "signora Anita", come la chiamavano tutti, se n'è andata lontana dai riflettori che l'hanno portata alla ribalta del cinema mondiale. Non c'è persona che non leghi il nome di Anita Ekberg alla Sylvia della Dolce Vita.
La diva di Fellini è però solo un lontano ricordo dell'attrice che da anni aveva lasciato la sua villa di Genzano per trasferirsi in un residence alle porte di Roma, alle prese con i problemi di salute - che l'avevano costretta su una sedia a rotelle - ma soprattutto con quelli economici.
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Nel 2011 il comune di Velletri aveva nominato per lei un amministratore di sostegno, Massimo Morais, che oggi racconta che si pensò di chiedere per lei anche la legge Bacchelli, cosa che però si è rivelata impossibile perché la Ekberg non è mai diventata cittadina italiana e nemmeno aveva girato in Italia - come chiede la legge - la maggior parte dei suoi film.
"Fu fatta allora un'iniziativa insieme con la fondazione Fellini di Rimini, ma poi l'aiuto più consistente è venuto da privati", spiega all'ANSA Morais. Anita si è spenta questa mattina in clinica, seguita da quegli amici che le sono stati accanto negli ultimi anni. Quelli che si sono presi cura di lei, di quella miss Svezia che resterà per sempre simbolo della Dolce Vita. Il primo a dare la notizia è stato il sito online de Il messaggero.
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De Sica, al Lido tutti in piedi per lei - "Eravamo a Parigi per girare 'Il Conte Max' e la sera siamo andati a vedere lo spettacolo al Lido. Appena siamo entrati in sala e siamo andati verso il tavolo tutto il pubblico del locale si è alzato in piedi: avevano riconosciuto in Anita Ekberg l'icona della Dolce Vita". Così Christian De Sica ricorda l'attrice svedese scomparsa raccontando un episodio del 1991 quando mise mano al remake del film del padre con nel cast Anita Ekberg. "E la cosa più straordinaria - ha aggiunto telefonicamente all'ANSA Christian De Sica - è che al Lido c'era tutto il mondo, personaggi di ogni nazionalità, eppure fecero ad Anita una lunga standing ovation. Per quanto riguarda la donna Anita devo dire - conclude De Sica - che era molto molto spiritosa".
Wilma Labate, era una donna molto sola - "Era il mio primo film ed ero molto intimidita nell'incontrare un'icona come Anita Ekberg. Lei invece si comportò con una gentilezza estrema nonostante sapevo che fosse una persona difficile. Così Wilma Labate ricorda l'incontro con Anita Ekberg durante le riprese del suo primo film del 1992: 'Ambrogio'. "Una gentilezza - continua la regista - che si manifestò con un atto concreto. La Ekberg regalò a fine riprese alla sconosciuta protagonista del film (Francesca Antonelli) un mazzo di fiori".
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"Credo comunque che la Ekberg si fosse accorta che era davvero un piccolissimo film il mio, ma nonostante questo si era messa al servizio di questo lavoro senza dire nulla. Una cosa però era importantissima per lei: il trucco. Forse perché veniva dal cinema di serie A degli anni '60 ma ci teneva molto perché la si truccasse con un trucco old style, che metteva in evidenza i suoi stupendi occhi". Infine da Wilma Labate, che ha in uscita un documentario, 'Qualcosa di noi', dove c'è l'incontro tra giovani aspiranti attori e una prostituta, una considerazione sulla persona Ekberg: "la sensazione che ho avuto allora è che fosse una persona molto sola, con addosso il peso di essere stata una incredibile icona".
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