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Bus Catalogna, un anno fa la strage delle ragazze Erasmus

Bus Catalogna, un anno fa la strage delle ragazze Erasmus

Nell'incidente morte 13 studentesse, sette italiane

20 marzo 2017, 10:12

Francesco Cerri

ANSACheck

La foto dell 'incidente in Catalogna e le 7 italiane - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foto dell 'incidente in Catalogna e le 7 italiane - RIPRODUZIONE RISERVATA
La foto dell 'incidente in Catalogna e le 7 italiane - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un anno fa, il 20 marzo 2016, in un tragico schianto in Catalogna, a Freginals, sull'autostrada Valencia-Barcellona, morirono 13 studentesse Erasmus, tra cui sette italiane. L'autista del bus della strage e' stato sentito dal giudice istruttore di Amposta, vicino a Tarragona. L'uomo ha negato di essersi addormentato. Ha detto di non ricordare bene le circostanze dell'incidente ma di essere sicuro di non avere avuto un colpo di sonno. "Ho perso il controllo" ha solo ammesso, ha riferito il suo avvocato. C'e' voluto tempo e tensione per ottenere finalmente che la giustizia spagnola lo chiamasse a deporre. L'uomo era rimasto gravemente ferito nell'incidente e per questo non era stato sentito nei primi mesi. E' tuttora in condizioni di salute fragili. Per evitargli stress il Gip lo ha autorizzato ad entrare e uscire da un ingresso secondario, sfuggendo ai giornalisti.

In dicembre a sorpresa il Gip incaricato del caso aveva archiviato l'inchiesta, ritenendo, senza averlo sentito, che l'autista non aveva "alcuna responsabilita' cosi' grave da essere punita penalmente". Questo nonostante la polizia regionale dei Mossos d'Esquadra avesse ritenuto nel rapporto sull'incidente che un colpo di sonno dell'autista fosse da considerare la causa piu' probabile. Al momento dell'incidente la stampa spagnola aveva scritto che l'autista aveva ammesso con i soccorritori di essersi addormentato.

La decisione di archiviare aveva provocato reazioni indignate delle famiglie delle vittime, che avevano fatto ricorso con l'appoggio dell'allora premier Matteo Renzi e dal ministro degli esteri presidente del consiglio Paolo Gentiloni. "Non e' stata una tragedia casuale, ma nata da un viaggio organizzato in modo demenziale, perche' imponeva una tabella di marcia massacrante: in 24 ore lo stesso conducente doveva guidare per 350 km all'andata e 350 km al ritorno" aveva protestato Paolo Bonello, papa' di Francesca, la studentessa genovese di Medicina di 23 anni morta nello schianto. Il mese scorso il tribunale aveva deciso di riaprire l'inchiesta affidandola a un nuovo gip. Che subito aveva definito "essenziale" sentire l'autista. Sembrava che l'interrogatorio, previsto per oggi, sarebbe stato rinviato.

Il suo legale Sergi Atienza aveva detto di avere una "bronchite acuta" e chiesto il rinvio. Alla fine pero' si e' presentato. Il conducente ha risposto solo a lui, non al gip. Ha detto di non essersi addormentato, di non avere consumato alcol o droghe, di non essersi distratto col cellulare, di avere dormito il tempo legale nel viaggio di andata e ritorno in 24 ore fra Barcellona e Valencia, dove i ragazzi avevano seguito nella notte la festa dei fuochi delle Fallas. Il gip non ha disposto misure cautelari ma l'autista resta indagato. Atienza ha detto che potrebbero essere sentiti altri testimoni. Ha pero' gia' annunciato che al termine della nuova indagine chiedera' l'archiviazione.

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