Dieci ore di terrore e di sangue, 13 minuti per il blitz delle forze speciali bengalesi, poi il conteggio infinito dei morti, dei feriti, dei sopravvissuti. L'assalto con presa d'ostaggi compiuto da nove terroristi dell'Isis la notte scorsa all'Holey Artisan Bakery, ristorantino chic affacciato sul lago nel cuore del quartiere diplomatico di Dacca, è terminato con 20 civili uccisi tra cui 9 italiani imprenditori del tessile, 7 giapponesi e un americano, un numero imprecisato di feriti, 13 ostaggi portati in salvo e 6 assalitori eliminati. Uno solo è stato catturato, ferito. In serata una notizia positiva dalla Farnesina: il decimo italiano in un primo momento dato per disperso non era nel ristorante al momento dell'attacco e ha contattato la famiglia.
Ecco le vittime italiane: sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.
Da Tunisi a Dacca, gli italiani uccisi dall'Isis (VAI)
Il commando jihadista era arrivato all'Holey Artisan Bakery poco dopo le 9 di sera, ora locale. Nelle mani dei killer un vero e proprio arsenale, kalashnikov, bombe a mano, machete. Non ci sono state incertezze: prima gli spari e il grido ormai diventato sinonimo di morte in tutto il mondo 'Allah u Akbar', poi alcune raffiche ad altezza d'uomo che hanno freddato due poliziotti, l'irruzione nel ristorante, le luci spente e le telecamere messe fuori uso, gli stranieri dalla pelle chiara sgozzati con ferocia. Infine la tragica messa in scena degli interrogatori degli altri avventori presi in ostaggio ai quali veniva imposto di recitare alcuni versetti del Corano. Per chi non ci riusciva non c'è stato scampo e così sono stati ammazzati anche un indiano e due bengalesi, un ragazzo e una ragazza studenti di università americane tornati a casa per trascorrere la fine del Ramadan con i loro familiari.
Intanto fuori era il caos. I pochi che casualmente erano sfuggiti agli assassini - l'imprenditore Gian Galeazzo Boschetti era in giardino a fare una telefonata, il cuoco veronese Iacopo Bioni, lo chef italo-argentino Diego Rossini e altri dipendenti del locale che al primo sparo avevano intuito la tragedia si erano rifugiati su una terrazza - avevano dato l'allarme. E le forze speciali avevano isolato la zona circondando l'edificio, facendo confluire mezzi di soccorso e pianificando un intervento per liberare gli ostaggi.
Il racconto del testimone (VAI)
"Orrore come a Nassirya" - Questa volta l'Italia ha pagato "un prezzo davvero troppo alto", secondo solo alla strage di Nassirya. E' stanco e turbato Sergio Mattarella dopo una notte passata attaccato al telefono per avere notizie attraverso una triangolazione planetaria tra Città del Messico - dove era arrivato per una visita di Stato ieri sera mentre il blitz bengalese stava per scattare - Roma e Dacca. "Tutta l'Italia si stringe intorno ai familiari delle vittime di Dacca, con grande solidarietà. Per esprimere questo dolore ho deciso di rientrare a Roma per rendere omaggio alle salme", ha spiegato il capo dello Stato annullando le visite in Uruguay ed Argentina.
"Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi - ha dichiarato Matteo Renzi - sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo verso Dacca. Notizie ufficiali" verranno date prima alle famiglie delle vittime. Davanti alla tragedia dell'estremismo radicale, credo sia il momento in cui l'Italia unita dia un messaggio di dolore e compassione. Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione: l'Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati". (VAI)
L'Italia tutta insieme, tutta unita, piange i nostri connazionali uccisi a #Dacca. I nostri valori sono più forti dell'odio e del terrore
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 2 luglio 2016
La cronaca del blitz - L'attesa però è stata lunga, c'era la consapevolezza che comunque un'azione di forza avrebbe causato anche vittime innocenti. "Nessuna intenzione di trattare", dicevano fonti vicine al governo ma testimoni sussurravano: "Si sta cercando un contatto". Nulla da fare. Le ore passavano e nel ristorante trasformato in trappola gli stranieri dei 'Paesi crociati' (così li definirà più tardi nella sua seconda rivendicazione lo Stato Islamico) morivano. Torturati, sgozzati. Sottolineerà l'agenzia Amaq, megafono dell'Isis, che "i combattenti" hanno identificato e rilasciato "i musulmani", presumibilmente persone che avevano saputo recitare versetti del Corano. Numerose testimonianze in tal senso lo confermano.
Bangladesh: così è cresciuto l'estremismo islamico VAI
Restano discrepanze invece sul numero dei terroristi entrati in azione per uccidere e per farsi uccidere. Sul suo sito controllato dall'Agenzia di monitoraggio dei siti islamici (Site), l'Isis afferma che il commando era formato da cinque persone e ne pubblica le foto: giovani con kefiah biancorossa in testa e kalashnikov in pugno. Nessun accenno al terrorista che il portavoce dell'esercito ha dato per ferito e catturato annunciando, dopo soli 13 minuti di blitz con spari e esplosioni trasmessi in diretta dalla televisione locale ATN News: "L'operazione è conclusa. La situazione è del tutto sotto controllo".
Dalla presa degli ostaggi al blitz - tutti i video da Dacca
Riproduzione riservata © Copyright ANSA