Ultime ore, poi parlano le urne. Fra comizi e interviste in tv, i leader politici si preparano a percorrere gli ultimi cento metri, con l'ombra incombente dell'astensionismo. Forza Italia ha chiuso la campagna elettorale a Napoli, la Lega in piazza San'Apostoli a Roma.
Mentre il Pd lo farà a Padova e il M5s a Palermo. In attesa del responso, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha messo le mani avanti e ha provato a sminare preventivamente il terreno.
Ma da lunedì dovrà fare i conti con i numeri. Non tanto col risultato di FdI, che nelle attese si confermerà primo partito. Ma col confronto fra gli alleati: Lega e Fi. "Credo che sia fisiologico che in una campagna elettorale di stampo proporzionale ogni forza politica sottolinei la sua identità e le sue posizioni - ha ammesso la premier - Questo però non pregiudica la compattezza e la solidità di questo governo".
A poche ore dalle urne, sul tavolo della premier sono arrivate anche le parole del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin: "La Cei è libera di esprimere le propria opinione", ha detto, riferendosi alle preoccupazioni dei vescovi sulla riforma del premierato, che nei giorni scorsi hanno portato a uno scambio a distanza fra il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi e la premier.
Nello scontro in casa, il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha giocato al rialzo. "Saremo la sorpresa positiva di queste elezioni, prenderemo più voti di quanto emerso dai sondaggi. Prenderemo più delle politiche. Più di Forza Italia? Penso proprio di sì, questa è la mia sensazione". Flemmatica la risposta del leader azzurro Antonio Tajani: "Se nel centrodestra altri prendono tanti voti sono contento, io penso a FI".
Nel fronte delle opposizioni, invece, le ultime ore di campagna elettorale stanno proponendo un inedito scambio di inchini fra la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte, con la prima che ha ribadito la non autosufficienza del suo partito e il secondo che ha vagheggiato uno scenario da campo largo alle prossime politiche.
Guardando fuori, il ruolo latente della Russia nel voto per Bruxelles non pare preoccupare più di tanto. "Putin sta conducendo una guerra ibrida - ha detto il ministro degli Esteri Tajani - e cerca di influenzare le elezioni europee, cercando di dividere l'occidente. Ma siamo tutti uniti a difesa dell'Ucraina". Conte ha rassicurato sul rischio di un intervento russo sulle elezioni "viene ciclicamente riproposto. Da presidente del Consiglio ho anche supervisionato la nostra intelligence - ha detto il leader dei Cinque stelle - e posso dire che siamo ben attrezzati per reagire". Nelle opposizioni, la competizione fra le forze si gioca meno sul filo del risultato.
"Non abbiamo la presunzione di autosufficienza - ha detto Schlein - io credo e spero che riusciremo a fare bene in queste elezioni europee, ma vogliamo costruire l'alternativa a questo governo. Meloni è la mia avversaria. Ho sempre detto che la destra è la nostra avversaria e non ho mai perso tempo in polemiche con un'altra forza politica". Per la costruzione di un possibile campo largo, Conte ha fissato come "scadenza le prossime politiche. Ma bisognerà arrivarci attraverso un dialogo sempre più fitto tra le forze genuinamente progressiste - ha precisato - valutando e costruendo un programma molto serio con contenuti concreti".
In campagna elettorale ha fatto un esordio video anche Ilaria Salis, candidata per Avs, ai domiciliari in Ungheria: "Sono un'antifascista - ha detto in una diretta Instagram - Ho deciso di candidarmi perché vorrei che tutte le persone che si trovano in Europa a sopportare situazioni di ingiustizia di questo tipo non siano lasciate da sole".
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