Nuova lite Berlusconi-Salvini. Questa volta il pomo della discordia è l'ipotesi di 'condono' avanzata dal Cav. "Bisogna cambiare le regole: chi deve costruire una casa o aprire un'attività commerciale - dice il Cav a Radio 24 - non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze. Dovrà dichiarare l'inizio dell'attività e assumersi la responsabilità di rispettare le leggi. Solo dopo verranno i controlli". A chi gli chiede se si tratti di un condono, l'ex premier risponde: "Chiamatelo come volete, l'importante è che si cambino queste regole attuali".
"Rilanciare l'edilizia è fondamentale - replica a stretto gio Matteo Salvini - togliendo burocrazia e tagliando tasse folli come l'Imu su capannoni e negozi sfitti. Bisogna anche bloccare le aste giudiziarie al ribasso, che falsano il mercato. Ma dico no, dico fortemente no, a ogni ipotesi di condono per abusi edilizi: il nostro territorio è già troppo cementificato, occorre abbattere tutte le costruzioni abusive, a partire dalle zone più a rischio".
"Berlusconi propone un condono edilizio. E capisci che mancano tre settimane alle elezioni: lui ormai è prevedibile, il condono edilizio è la proposta che spunta sempre nell'ultimo mese. Sempre quella, la fantasia al potere", scrive su Facebook il segretario del Partito democratico Matteo Renzi.
Berlusconi è intervenuto anche sull'ipotesi di una manifestazione anti-inciucio. "Fare manifestazioni di questo genere - ha detto - sarebbe molto dannoso, darebbe l'impressione ai nostri elettori che ci sia la possibilità di accordi con la sinistra, che non c'è. Che senso ha fare una manifestazione su una cosa chiarissima? ".
E ancora. "Il Pd sta al 21%, M5s al 27, il centrodestra attorno al 39,40%: solo noi possiamo assicurare una maggioranza di governo. Io dico no a nessun altro governo che non esca dalle urne". L'ex premier ha quindi chiuso alla manifestazione anti-inciucio proposta da Giorgia Meloni.
Ieri anche Matteo Renzi si era detto d'accorco con Berlusconi che da giorni chiude a ipotesi di larghe intese in caso di mancata maggioranza dopo il voto.
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