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Il ragazzo e l'airone, il doloroso testamento di Miyazaki

Il ragazzo e l'airone, il doloroso testamento di Miyazaki

Sala piena e applausi per il film del maestro giapponese

ROMA, 24 ottobre 2023, 10:19

di Alessandra Magliaro

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IL RAGAZZO E L 'AIRONE, DOLOROSO TESTAMENTO DI MIYAZAKI - RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RAGAZZO E L 'AIRONE, DOLOROSO TESTAMENTO DI MIYAZAKI - RIPRODUZIONE RISERVATA
IL RAGAZZO E L 'AIRONE, DOLOROSO TESTAMENTO DI MIYAZAKI - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sala piena e applausi per Il ragazzo e l'airone, il nuovo film del maestro dell'animazione Hayao Miyazaki, un regalo per i fan in tutto il mondo del regista della Principessa Mononoke, La Città incantata, Il mio vicino Totoro, Ponyo nella scogliera che aveva annunciato di volersi ritirare. E' quindi un vero e proprio testamento, a meno di altri ripensamenti del premio Oscar 82enne, questa opera presentata oggi in anteprima ad Alice nella città e alla Festa del Cinema di Roma, dopo la premiere mondiale al festival di Toronto. Uscirà in sala con Lucky Red il 1 gennaio 2024.
Come sempre per i film di Miyazaki c'è sempre un po' di leggenda e anche quest'opera non sfugge: sembra che l'anziano maestro abbia scritto la storia pensando al nipote, ad un modo di passare il testimone della vita. Il ragazzo e l'airone è in effetti un film testamento: attraverso il viaggio interiore del ragazzo protagonista che elabora il lutto della perdita della madre superando una serie di prove per diventare maturo. Un coming of age doloroso, crudele, ma con l'incomparabile tocco di Miyazaki in cui in una sinfonia di natura, animali, colori, personaggi deliziosi si fa largo la grande umanità da ricercare nel mondo dei vivi e in quello dei morti, in un viaggio fantastico che ci parla del mondo che stiamo distruggendo e ci spinge ad un nuovo inizio. La prima scena del film è un capolavoro: Mahito, un ragazzo di 12 anni, fugge a velocità supersonica (con questo che di bello può significare per un'opera di Studio Ghibli) verso l'ospedale in fiamme dove lavora la madre infermiera. Sono gli anni, a Miyazaki molto cari, della Seconda Guerra mondiale. Purtroppo non riesce a salvarla. L'anno seguente la famiglia da Tokyo si trasferisce in una villa fuori città immersa nella natura dove Mahito fa la conoscenza di sua zia Natsuko che è in realtà la sua matrigna. Il ragazzino è triste, solitario, non accetta la nuova situazione e non fa che sognare la madre. Ma da un ficcanaso airone cinerino e poi da arzille vecchiette, da una coraggiosa piratessa Kiriko, dai deliziosi esserini Warawara, dai pellicani e dai parrocchetti, dalla potente Himi e da una misteriosa torre passo dopo passo Mahito troverà la sua strada.
Il ragazzo e l'airone è un film fantasy che per la prima volta in assoluto racconta avvenimenti dell'infanzia del regista. Il titolo originale in giapponese, Kimitachi wa Do Ikiruka, che significa letteralmente Tu come vivi?, è tratto dall'omonimo romanzo di Genzaburo Yoshino, regalato al regista da sua madre quando era ancora un ragazzo. "Non c'è niente di più patetico che annunciare al mondo il proprio ritiro a causa dell'età, e poi fare marcia indietro. Ci si può rendere conto di quanto sia patetico ma ciononostante farlo lo stesso?", confessa il misterioso regista. "Per completare un lungometraggio ci vogliono almeno tre anni. Quando ero un quarantenne potevo riuscire a farne uno in un anno, ma adesso che ne ho 75 - si legge negli appunti di avvio progetto - sarebbe già molto riuscirci in tre anni", aggiunge. "Come sarà il mondo tra tre anni? L'epoca in cui viviamo, confusamente alla deriva, indefinibile e incomprensibile, sta forse volgendo al termine? Il mondo nel suo complesso - si chiede Miyazaki - non è forse in uno stato di mutamento continuo? Potremmo andare incontro ad un'epoca di guerra o ad un disastro, o perfino ad entrambe le cose. Un film che richiede tre anni di lavorazione innanzitutto dovrebbe avere un tono chiaramente pacifista, come Totoro. Forse un Totoro II? Potremmo farlo. È solo una sensazione ma, se dovesse scoppiare una guerra, sarebbe ancora più importante. In secondo luogo un film ambientato in tempo di guerra. Un film in anticipo sui tempi, realizzato con la consapevolezza che quell'ipotesi potrebbe avverarsi prima di riuscire a finirlo. Il film non dovrebbe essere indulgente sulla sua epoca". In realtà di anni per Il ragazzo e l'airone ce ne sono voluti ben sette e il quesito che lui si è posto è quanto mai profetico.

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