'Io, il tubo e le pizze', prima di essere un bell'inedito postumo della tv e del cinema a firma di Ugo Gregoretti è una macchina del tempo che ci racconta un'Italia del passato che incanta per bellezza e semplicità. Un Paese con gente ancora emozionata solo per il fatto che si ritrova in televisione, che guarda ancora le cose in prima persona e non le filma con il cellulare, che non sa niente dei social e ha comunque occhi più buoni. Una sorta di operazione nostalgia questo film ideato nel 2015 e che poi, a causa di vicissitudini diverse - tra cui le precarie condizioni di salute e la scomparsa dello stesso Gregoretti nel 2019 -, vede solo oggi la sua presentazione al pubblico al Rome Film Fest.
Prodotto da Enzo Porcelli per Achab Film, con la collaborazione di Rai Cinema e distribuito da Luce Cinecittà che lo porterà nelle sale, il film è pieno di incredibile ironia molto britannica e di uno stile unico, insieme colto e popolare.
"Il progetto di realizzare un film basato su una sceneggiatura tratta dal mio libro, 'La storia sono io', che parla della mia vita privata e degli episodi salienti di quella professionale - dice nelle sue note lo stesso Gregoretti -, era diventato per me impraticabile a causa dell'impegno fisico che avrebbe richiesto.
Quindi ho modificato l'impostazione del lavoro, raccontando invece la sintesi del mio percorso creativo e professionale e delle opere da me realizzate per la tv (che ne hanno innovato il linguaggio) e per il cinema. Ho voluto quindi semplificare il racconto, che, come concepito, richiedeva ricostruzioni storiche che partivano dagli anni '30 ad oggi, ma ho mantenuto l'ironia e la godibilità delle situazioni, orientandolo ai momenti più rilevanti della mia carriera professionale".
La narrazione, conclude Gregoretti, "si avvale così del racconto-guida fatto da me stesso che a Roma, insieme ad una coppia di giovani appena sposati, ci porta attraverso gli episodi della mia vita professionale con le immagini di repertorio dei miei film e dei miei programmi televisivi.
Essi sono il mio contraddittorio, gli evocatori dei miei racconti che, attraverso le loro piccole provocazioni, suscitano le mie reazioni creando situazioni divertenti".
Tra i servizi: intervista a un giovanissimo Rocco Siffredi, il miracolo di una immagine di Cristo comparsa su un portone, i tolettatori di mucche e, infine, visita a una fabbrica di condom.
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