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A SuburrÆterna nuovi lupi giovani e affamati

A SuburrÆterna nuovi lupi giovani e affamati

Anteprima a Festa Roma per la serie Netflix con Ferrara e Nigro

ROMA, 28 ottobre 2023, 19:49

di Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Roma 2011, nella Capitale, con un governo e il Vaticano in crisi sono nuove figure criminali a contendersi le varie piazze, ma il personaggio Spadino (Giacomo Ferrara), con buona pace dei suoi molti fan, tornerà presto in SuburrÆterna, il sequel della serie tv cult Suburra, a sua volta spin-off del film di Stefano Sollima del 2015. Di Suburræterna sono stati presentati i primi due episodi oggi al Rome Film Fest, poi la serie sarà su Netflix dal 14 novembre. Come si vede nelle prime due puntate, torna Spadino l'erede del clan sinti degli Anacleti che si era allontanato da Roma dopo l'addio al suo amico e alleato Aureliano (Alessandro Borghi) e tornerà per restare. Ma soprattutto, come spiega bene oggi all'incontro stampa lo sceneggiatore Fabrizio Bettelli : "Il vuoto lasciato dalla prima serie da molti personaggi verrà riempito da nuovi personaggi affamati di vita e di potere, personaggi altrettanto interessanti, ma con più fame perché lupi giovani e affamati". Questa la trama: governo e il Vaticano sono in crisi e ci sono nuove figure criminali a contendersi le varie piazze. Nel mondo di mezzo, c'è Cinaglia (Filippo Nigro) che sembra essersi ritirato, ma in realtà ha raccolto l'eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l'aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli). Queste ultime due rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia. Quando questo equilibrio si rompe Spadino, appunto, è costretto a lasciare la sua amata Berlino, dove ha trovato la felicità, per riprendere il controllo delle cose.   
Dicono i registi Ciro D'Emilio e Alessandro Tonda: "Abbiamo cercato di rispettare l'equilibrio del linguaggio precedente lavorando, rispetto alle scorse edizioni, forse in modo più sporco, ovvero andando maggiormente verso il vero crime. Ma una cosa deve essere chiara - aggiungono - la serialità è un gioco di squadra ed è anche una cosa cosi complessa che devi accettare in pieno questa cosa". "Il mio Amedeo Cinaglia - sottolinea Filippo Nigro - sembrava fuori gioco, ma non lo è affatto anche se apparentemente si occupa di altra cose. A Roma nessuno ce la fa mai davvero se non si mette in gioco e, per lui, c'è poi una sfera umana con un segreto davvero inconfessabile". Per quanto riguarda Spadino, dice Giacomo Ferrara: "È un personaggio con cui sono cresciuto ed e cresciuto allo stesso tempo anche lui. Una grande sfida, dal film alla serie, era di spogliarlo di certi abiti e di farlo maturate ora si costruito una vita, lavora a Berlino e sembra aver trovato il suo equilibrio, ma il suo passato alla fine torna perché a la redenzione nella Suburra non ce mai".

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