Strano sentire tante risate per un film in corsa al Festival di Cannes dove le commedie sono solo tollerate e i temi drammatici invece di casa. Ma non è stato così alla prima di Anora di Sean Baker, l'autore di quel Red Rocket che è stato tra i film più apprezzati della Festa del Cinema di Roma del 2021. E se il protagonista allora era un ex pornostar, Mikey Saber, che decide di tornare nella città natale di Texas City, qui invece è di scena la storia di una prostituta tra New York e Las Vegas. Chi è mai Anora (Mikey Madison)? È una volenterosa sex worker di Brooklyn, che si ritrova, da un giorno all'altro, un cliente giovanissimo e ricchissimo, Yvan (il bravissimo Mark Eidelstein). Un ragazzo filiforme totalmente schizzato tra musica, coca ed alcool. Niente farebbe pensare che sia così ricco, ma quando la giovane escort entra nella sua casa su tre piani con piscina e palestra scopre che è davvero ultra- miliardario. La loro storia continua per un po' solo come un rapporto sessual-commerciale (Yvan offre ad Ani 15.000 dollari per una settimana di compagnia), ma poi il ragazzo si innamora o meglio sì incapriccia di Anora e la sposa a Las Vegas.
E qui entrano in scena i russi: la ragazza a poco a poco scopre che la vita quotidiana di questo adolescente è quella del figlio ultra-viziato di un oligarca russo, un ragazzino che pratica sistematicamente saturnali tra alcolici e droga. Ma il matrimonio non si doveva fare, ed è l'inizio dei guai. Questo fatto ha colpito infatti gli interessi della famiglia di Yvan con sede a Mosca, ma che ha un avamposto di criminali 'da operetta' capeggiati da un sacerdote ortodosso (Karren Karagulian) e con in squadra anche Jurij Borisov e Mark Eydelshteyn. "È importante analizzare cos'è il lavoro sessuale in questo momento e come si applica alla società capitalista - dice Sean Baker in conferenza stampa a Cannes -. È un lavoro come un altro che dovrebbe essere rispettato e allo stesso tempo depenalizzato e non regolamentato in alcun modom perché riguarda il corpo di una prostituta e sta solo a lei usarlo per il proprio sostentamento". "Il mio più grande orgoglio è il casting - conclude a ragione il regista -. Grazie al loro incredibile talento è diventato tutto possibile".
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