In un'annata in cui le emozioni sembrano dettare anche la via maestra dei riconoscimenti, ieri sera la Quinzaine des Cinéastes ha annunciato il suo informale palmarès mettendo sul gradino più alto il suo film d'apertura, Ma Vie, Ma Gueule, opera postuma della sceneggiatrice e regista Sophie Fillières. A questa tragicommedia che comincia nel segno dell'autoironia (una donna vicina alla sessantina vede nero nel suo futuro), prosegue col passo del dramma (cosa fare della propria vita?) e si conclude come un'ispirazione a guardare oltre (anche la vita stessa) è andato il Premio della Sacd, la Siae francese che sostiene la rassegna indipendente degli autori. Come si ricorderà protagonista assoluta è una straripante Agnès Jaoui, ma l'emozione viene dal fatto che il film, girato nel giugno scorso, è stato completato dai figli di Sophie Fillières bruciata da un tumore fulminante a 58 anni mentre lavorava al montaggio della sua storia più personale.
Gli altri riconoscimenti della Quinzaine sono andati alla commedia surreale canadese Universal Language di Matthew Rankin (premio del pubblico, assegnato per la prima volta quest'anno) e all'anti-commedia romantica spagnola Volvereis - The Other Way Around del figlio d'arte Jason Trueba che sovverte le regole del genere riunendo per una grande festa l'annuncio di separazione dei due protagonisti. In questo caso il premio è il Label di Europa Cinèma assegnato da una giuria di esercenti che hanno visto la qualità espressiva e il potenziale commerciale del racconto. In precedenza anche la Semaine de la Critique aveva annunciato l'opera prima vincitrice della sezione dei critici, ovvero l'argentino Simon de la Montaña di Federico Luis. Questa sera il verdetto più atteso, quello di Un Certain Regard, il vero e proprio secondo concorso della selezione ufficiale.
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