La difesa dell'Ucraina senza esitazioni, ma anche la crisi in Medio Oriente, ulteriormente deflagrata dopo l'attacco in larga parte sventato dell'Iran a Israele: questi i temi dominanti dell'agenda dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, per una riunione che domani entrerà nel vivo. Ma non saranno i soli: i ministri dei sette affronteranno anche altri argomenti caldi dello scenario internazionale, quali la cybersicurezza - alla quale è legata la lotta alla disinformazione - e le sfide poste dal rapidissimo sviluppo dell'intelligenza artificiale. E ancora: l'atteggiamento più assertivo da tenere nei confronti della Cina, la sicurezza nell'area indo-pacifico e il tema politicamente rovente dell'immigrazione illegale. Oltre che naturalmente la sfida chiave sul cambiamento climatico.
Accanto al Medio Oriente e all'Ucraina, già argomenti politicamente ingombranti, non saranno quindi meno rilevanti gli altri temi che attraverseranno le conversazioni collettive e anche eventuali scambi bilaterali: le riforme del Sistema Finanziario Internazionale, gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo e nuove partnership volte alla risoluzione dei conflitti e alla resilienza alle sfide globali, in particolare il cambiamento climatico. Il G7 Esteri punterà a rafforzare ulteriormente i legami con le nazioni africane (il Piano Mattei italiano è stato ancora oggi indicato come un modello dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock) aspirando in maniera più operativa e concreta a promuovere la prosperità economica nel continente. E a questo obiettivo è legata anche la lotta all'emigrazione irregolare, sostenuta da gruppi criminali transnazionali, che ostacola attivamente gli sforzi del G7 per incoraggiare la prosperità dell'Africa e non solo. Quindi dovrebbe aumentare l'impegno internazionale per affrontare l'emigrazione illegale alle sue radici, in modo da poter ridurre i viaggi organizzati dai trafficanti, proteggere vite umane e creare crescita.
Un'agenda fitta, dunque, sulla quale tutti i ministri chiedono di trovare una linea collettiva, che rafforzi il ruolo del G7 davanti al moltiplicarsi di crisi e trasformazioni globali. In passato, non sempre questa difficile sintesi è stata possibile, ma con le nubi sempre più numerose che si addensano sulla scena globale, chissà se a proprio a Capri non ci sia un passo avanti significativo.
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