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Pancalli: "Paralimpiadi-Giochi, due facce della stessa medaglia"

Pancalli: "Paralimpiadi-Giochi, due facce della stessa medaglia"

Conto alla rovescia per Parigi: "Obiettivo migliorare Tokyo"

ROMA, 26 agosto 2024, 17:51

Redazione ANSA

ANSACheck
Luca Pancalli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Pancalli - RIPRODUZIONE RISERVATA

   L'appuntamento è fissato per mercoledì, quando tutti gli occhi del mondo si apriranno sulle Paralimpiadi di Parigi 2024. Un evento che, dopo Olimpiadi e mondiale di calcio, è il terzo più seguito a livello globale. E al quale Luca Pancalli, presidente del Cip, si approccia con lo spirito di chi sa che ripetere l'impresa di Tokyo sarà difficile, ma non impossibile.

   "L'ambizione di migliorarsi c'è sempre, pur consapevoli che Tokyo è stato il più grande risultato di tutti i tempi. L'asticella è stata alzata di molto, siamo anche ottimisti perché tutte le federazioni e i gruppi sportivi stanno lavorando bene da diversi anni", le sue parole all'ANSA, a poche ore dalla cerimonia d'apertura.

    Un grande evento sportivo, le Paralimpiadi, ma anche un modo per accendere un faro sull'intero movimento che lo stesso Pancalli si augura possa essere sempre più "contaminante rispetto non solo all'evento, ma anche alla possibilità di essere paradigma di quella quotidianità che vorremmo potessero vivere le persone disabili nel mondo. Nel mondo paralimpico - aggiunge il n.1 del Cip - c'è la voglia di contaminazione, rispetto alla capacità della società civile di saper guardare alle abilità delle persone, e non alle disabilità. Noi, attraverso lo sport, insegniamo a guardare a ciò che è rimasto e non a ciò che si è perso mettendo in condizioni di pari opportunità nell'espressione delle proprie abilità. Se questo avvenisse tutti i giorni, in tutti i settori della vita, avremmo realizzato quelle pari opportunità che sono un messaggio non tanto nascosto del mondo paralimpico", sottolinea ancora Pancalli.

    La forza delle Paralimpiadi, infatti, sta anche nella capacità di emozionare, di penetrare l'animo umano stimolando la comprensione - e non la compassione - generando cultura. Tra le tante storie di questa edizione anche quella di Valentina Petrillo, prima atleta transgender nella storia delle Paralimpidi e velocista ipovedente. Pancalli sottolinea come le Paralimpiadi "rappresentano sempre una grande occasione per promuovere lo sport quale strumento di uguaglianza, inclusione e integrazione. Le storie degli atleti, tutte diverse le une dalle altre, offrono sempre tanti spunti di riflessione. L'importante è che ogni storia e tutte le storie vengano affrontate con il giusto rispetto della dignità e dei diritti di ciascun individuo. Nel caso di Valentina c'è poco da aggiungere. La sua partecipazione ai Giochi è consentita dalle regole stabilite dagli organismi internazionali di riferimento".

    Una manifestazione che è ormai un punto di riferimento per tutto il mondo sportivo, grazie "anche al sostegno delle istituzioni a partire dal Presidente della Repubblica, che sarà presente alla cerimonia di apertura, passando per il ministro dello sport e dei giovani e per i vari governi", sottolinea Pancalli che si trova a fare i conti con "un po 'di calo di interesse tra Olimpiade e Paralimpiade che spero possa essere recuperato; dobbiamo ancora lavorare affinché ci sia la medesima attenzione. Basti pensare che dove siamo oggi è il punto di arrivo al quale siamo giunti dopo 20 anni di lavoro su tutti gli asset del mondo paralimpico. Credo si debba avere la consapevolezza di un obiettivo e di raggiungerlo non perché politicamente corretto ma perché bravi a seminare crescita culturale. Perché tutto quello che è ottenuto sull'onda dell'emozione rischia di non avere solide base per perpetrarsi nel futuro".

    Una spedizione, quella azzurra, che parte con la voglia di continuare a stupire guardando non solo al record assoluto di medaglie, ma anche alla crescita dell'intero movimento. Una rassegna che, escludendo il fattore puramente sportivo, farebbe felice Pancalli se "riuscissimo a dimostrare che si può essere orgogliosi di noi come lo siamo del mondo olimpico. Perché siamo due facce della stessa medaglia", conclude. 

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