(di Mauretta Capuano)
AURORE D'HONDT, GINETTE KOLINKA.
TESTIMONIANZA DI UNA SOPRAVVISSUTA AD AUSCHWITZ-BIRKENAU (BECCO
GIALLO, PP 240 EURO 22). È diventa un graphic novel la storia
di Ginette Kolinka deportata a Birkenau quando aveva 19 anni,
una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia, quasi
centenaria, che porta tatuato sul braccio il numero di matricola
78599. A realizzare il fumetto è stata una giovane disegnatrice
autodidatta, Aurore D'Hondt che ha portato avanti il progetto
dopo aver sentito la testimonianza della Kolinka in un incontro
all'Isen di Brest, una scuola di ingegneria informatica,
nell'aprile del 2019. All'epoca Aurore aveva 19 anni, la stessa
età di Ginette quando è stata arrestata.
"Per me è stato un vero schiaffo in faccia. Sentendo questa
anziana signora parlarmi dei suoi 19 anni all'epoca in cui io ne
avevo 19, non potevo rimanere insensibile al suo discorso.
Mentre ascoltavo la storia di Ginette non potevo fare a meno di
pensare che gli anni che stavo vivendo le erano stati portati
via nel modo più orribile possibile. Questo pensiero mi ha
accompagnato durante tutta la creazione di questo fumetto"
racconta all'ANSA Aurore D'Hondt che è stata incoraggiata dalla
Kolinka a proseguire con il fumetto.
Studentessa di ingegneria, specializzanda in tecnologie
biomediche, D'Hondt, che ora ha 24 anni e vive tra Brest e
Parigi, ha incontrato la deportata diverse volte per la
realizzazione della biografia a fumetti 'Ginette Kolinka.
Testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau'
arrivata in libreria per BeccoGiallo, nella traduzione di
Stefano Andrea Cresti, per la Giornata della Memoria.
"L'idea di questo fumetto è nata da un progetto scolastico che
ho realizzato durante il mio primo anno di ingegneria. Per
prepararci alla visita della signora Kolinka - che ogni anno
veniva a parlare nella mia scuola - i miei insegnanti ci hanno
incoraggiato a creare progetti che rendessero omaggio alla sua
testimonianza. Agli studenti è stata data carta bianca. Dato che
fin da piccola ho avuto una passione per il disegno, è stato
naturale per me realizzarne una serie che ripercorressero la
storia della sua deportazione. Questo progetto è stato poi
selezionato insieme ad altri per far parte di una mostra in un
museo non lontano dalla mia scuola" dice Aurore del suo primo
graphic-novel. "La signora Kolinka era presente
all'inaugurazione della mostra. Quindi la prima volta che l'ho
incontrata di persona è stato davanti ai miei disegni. Qualcosa
si è cristallizzato in quel momento. Mi ringraziò per aver
disegnato alcuni passaggi della sua storia, e ricordo di aver
pensato tra me: 'Ma signora, è tutta la sua vita che voglio
disegnare per renderle omaggio'. È stato da quel giorno in poi
che mi è venuta l'idea per questo fumetto" spiega.
Da quel momento Aurore ha fatto di tutto per rivedere Ginette
che il 4 febbraio compirà 99 anni "ma è sempre in movimento, a
testimoniare nelle scuole, ha un'agenda da ministro!" dice la
disegnatrice. "Ogni volta che ha visitato la mia regione la ho
incontrata per mostrarle lo stato di avanzamento del mio lavoro.
Successivamente ho ottenuto il suo numero di telefono e il suo
indirizzo. Così abbiamo iniziato una piccola corrispondenza. Per
me era importante mostrarle cosa stavo facendo. Non sarei potuta
andare avanti senza conoscere la sua opinione".
Sopravvissuta ai campi di concentramento dove è stata da aprile
del 1944 a giugno 1945, Ginette Kolinka nata Cherkasky, che per
molti anni è rimasta in silenzio, nella nota d'apertura si
rivolge ai lettori ai quali dice: "È la mia storia, l'ho subita.
Tanti sono morti (tutta la mia famiglia), non sono più tornati.
Un odore non si descrive. Le percosse non potete sentirle. Io
sì. Le ho ricevute. Non potete vedere colei che le subisce
svenire ai piedi dell'aguzzina".
Nato in collaborazione con la Fondazione per la Memoria della
Shoah, candidato al prestigioso Premio Une Case En Plus 2024, il
fumetto è una testimonianza visiva e narrativa cruda e asciutta
e per questo ancora più incisiva, accompagnato anche da brevi
schede storiche.
"È molto importante continuare a tramandare queste storie, per
non dimenticarle. Sono una delle ultime generazioni ad avere la
fortuna di ascoltarle da testimoni viventi. Dopo di loro
toccherà a noi raccontare le loro storie. Il dovere di ricordare
è più che importante, per evitare che la storia si ripeta"
sottolinea Aurore per la quale se c'è una frase da ricordare
nella testimonianza di Ginette è: "'Ecco dove porta l'odio'. Non
ha senso odiare gli altri perché sono diversi. Siamo tutti
umani. Questo pensiero è l'essenza della testimonianza di
Ginette".
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