Gli sfollati nel sud di Gaza, dopo 50 giorni di guerra, cominciano a "respirare" grazie all'arrivo degli aiuti umanitari che entrano nella Striscia di Gaza. Ed ora questi aiuti, seppur lentamente, stanno passando ai rifugiati ospitati nei ricoveri e nelle case locali del sud della Striscia.
Secondo le autorità egiziane, 200 camion sono entrati ieri nella Striscia trasportando cibo, acqua, medicine, carburante e gas da cucina. Sono passati anche 15 camion per l'ospedale da campo giordano, 11 autocarri per l'ospedale da campo degli Emirati Arabi Uniti e le loro équipe mediche. La prassi è che gli aiuti vadano prima ai magazzini dell'Unrwa - l'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi - e poi siano distribuiti ai centri di smistamento locali che preparano i pacchi alimentari.
Solo dopo sono consegnati e arrivano ai rifugi e negli ospedali nella parte sud dell'enclave palestinese. Secondo l'accordo raggiunto tra Israele ed Hamas, 100 camion di aiuti umanitari dovrebbero essere distribuiti nella città di Gaza e nel nord di Gaza, ma - secondo quanto si è appreso - le forze israeliane hanno permesso solo 3 camion ieri. Mentre per oggi ha permesso la ripresa degli aiuti al nord e alla città di Gaza. L'aiuto - hanno rilevato in molti - mira a ridurre la sofferenza umanitaria tra i residenti di Gaza e del nord, anche per consentire agli ospedali di continuare a fornire servizi in loco.
Funzionari dell'Onu hanno affermato che la quantità di aiuti umanitari che sono entrati nella Striscia finora è solo il 5% del necessario per fermare il deterioramento di tutti i settori di Gaza. Il carburante per ora è distribuito solo agli ospedali e alle strutture maggiori senza raggiungere la popolazione che continua a restarne priva. Tuttavia il carburante e il gas da cucina - è stato detto - saranno disponibili per i fornitori locali oggi se gli aiuti continueranno ad arrivare con la stessa quantità. Ma ci vorrà molto tempo prima che gli abitanti di Gaza smettano di aspettare in file molto lunghe per ottenerli.
Intanto l'equipe medica dell'Emirati - entrata ieri - ha cominciato a costruire l'ospedale da campo nello stadio locale nella città di Rafah che ha una capacità di 150 posti letto. E questo - sono le previsioni dei tecnici - allenterà un po' la pressione sugli ospedali locali. Alcuni pazienti, 17, sono già usciti da Gaza per ottenere cure mediche fuori dalla Striscia, mentre 12 pazienti sono stati trasferiti negli ospedali turchi ed emiratini. A fronte della mancanza di beni e cibo, l'ingresso degli aiuti umanitari è un primo soccorso per la comunità locale, visto che nei supermercati gli scaffali sono per lo più vuoti. E i negozi alimentari sono ancora chiusi a causa della mancanza di elettricità per far funzionare i congelatori e i sistemi di raffreddamento. L'industria lattiero-casearia è completamente ferma, nessun prodotto di questo tipo è attualmente disponibile nella Striscia.
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