Se a Rafah, nel sud di Gaza a ridosso del confine egiziano, gli aiuti umanitari arrivano, nel resto della Striscia la loro distribuzione è difficile e non bastano per le necessità degli sfollati che hanno perso tutto.
Lo ha spiegato all'ANSA Mahmoud Neirab, capo dell'équipe della Mezzaluna Rossa Palestinese, responsabile della ricezione degli aiuti umanitari al valico di Rafah.
"Oggi - ha detto Neirab - abbiamo ricevuto 69 camion di aiuti, ieri 80". Alle squadre dell'Unrwa - l'Agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi - sono destinati i camion con il carburante e negli ultimi 10 giorni ne hanno ricevuti circa 100 ogni volta. Gli aiuti che passano dal valico vanno direttamente all'Unrwa e ai negozi per gli Affari sociali tenuti da Hamas, da qui sono distribuiti nei rifugi dove si sono raccolti gli sfollati. Negli ultimi 3 giorni - ha proseguito Neirab - gran parte di questi aiuti sono andati solo alla città di Rafah.
Invece, altre aree, come Khan Yunis, la zona centrale, la stessa Gaza City e il nord della Striscia hanno bisogno di "un coordinamento speciale" per far arrivare i beni di prima necessità ai cittadini che non hanno alcun reddito e spesso non hanno più neppure una casa. Una situazione che rende la vita di oltre un milione di persone "più miserabile del rischio di essere uccisi in un attacco aereo". Se durante la tregua 200 camion di aiuti arrivavano ogni giorno, ora - ha proseguito Neirab - il numero si è ridotto a meno di 100 camion al giorno.
"Meno aiuti e meno carburante - ha sottolineato - più fame e più malattie". Una situazione comunque difficile anche a Rafah dove prima della guerra vivevano 200.000 persone e ora, dopo la grande fuga dal nord, da Gaza City e da Khan Yunis sono più di un milione.
Wesam Zoroup, una madre in una famiglia di sei persone, ha detto all'ANSA di aver ricevuto "due lattine di fagioli in tre giorni, una bottiglietta d'acqua dall'Unrwa durante la sua permanenza nella scuola" dove si sono rifugiati. "Gli aiuti non sono sufficienti e non ho nulla da fornire alla famiglia", ha aggiunto con la voce rotta. La famiglia Zoroup è fuggita dalla zona orientale di Khan Younis e si è stabilita nella scuola Al-Quds a Rafah. Shouq Rehan ha raccontato di essere arrivata dal nord della Striscia da un mese con sua sorella incinta che ha partorito una settimana fa. Ora teme per la sicurezza del neonato e della mamma.
In ogni classe della scuola ci sono circa 50 sfollati, senza riscaldamento, cibo a sufficienza e acqua potabile. In queste scuole o nei siti dell'Unrwa la situazione si deteriora di giorno in giorno, ma per coloro che vivono in tende fuori dai rifugi e devono trovare qualcuno che li sostenga per sopravvivere, la vita è molto peggiore. E non sono pochi tra gli sfollati a pensare che sia Hamas a trattenere per sé una buona parte degli aiuti che arrivano.
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