Dal tetto della propria casa, nel rione a-Salam di Rafah, Hassan Abu Libde vede da distanza ravvicinata una delle zone divenute potenzialmente più esplosive con l'inizio della guerra a Gaza: il confine fra la Striscia e l'Egitto. Al di qua del confine, a Rafah, si accalcano oltre un milione di palestinesi sfollati da altre aree di Gaza, su ordine dell'esercito israeliano. Al di là del confine, reparti militari egiziani sono impegnati ad impedire che una massa di persone forzi per disperazione il confine e penetri nel Sinai. In mezzo, il cosiddetto 'Asse Filadelfia': quella che per anni è stata una pista militare dell'esercito israeliano mantenuta per impedire il contrabbando d'armi. Adesso, secondo i media israeliani, l'esercito potrebbe ricevere l'ordine di tornare a presidiarla, per tagliare nuove forniture di armi e di fondi all'ala militare di Hamas.
"Già all'inizio della guerra, a fine ottobre - dice Abu Libde - abbiamo visto grandi ruspe egiziane elevare dune di sabbia alte fino a sei metri, a fini di contenimento". Poi, mentre nel sud della Striscia cresceva il numero degli sfollati, l'operazione di fortificazione della linea è divenuta ancora più complessa. "A ridosso del muro di confine già esistente, che non dava sufficienti garanzie di sicurezza, è stata elevata una barriera di cemento alta cinque metri. Un tratto di tre chilometri è già stato completato. In seguito dovrà estendersi lungo gli 11 chilometri di confine".
L'Egitto, viene notato a Rafah, è il primo Paese in assoluto nelle forniture di aiuti umanitari a Gaza. Da un lato il Cairo solidarizza con i palestinesi e dall'altro ribadisce che in nessun caso potrebbe assecondare un loro esodo forzato dalla Striscia. Peraltro, in queste settimane, non c'è stato alcun tentativo di forzare il confine. Eppure a tutti è evidente che questa zona ha assunto un'importanza di carattere strategico, che non può essere ignorato.
"In passato - ricorda Abu Libde - Rafah era divisa in due settori, tagliati dal confine: uno era sotto l'autorità palestinese, l'altro in Egitto. Adesso il settore egiziano di Rafah è stato cancellato". Oltre la barriera di confine, per 10 chilometri, nel Sinai ci sono solo dune di deserto e postazioni militari, ma nessun civile. "Era avvenuto - ricorda Abu Libde - che sotto al confine fossero stati scavati tunnel di contrabbando. Poi però l'Egitto, con questi mezzi, ha messo fine al fenomeno". Ma fonti israeliane osservano che malgrado tutto Hamas potrebbe essere riuscito egualmente a sorprendere e ad allestire nuovi punti di passaggio sotterraneo verso il Sinai. La prospettiva allarma molto Abu Libde, la cui abitazione è a soli 120 metri dal confine. "Se Israele cercherà di tornare ad occupare l'Asse Filadelfia ci troveremo in grandi difficoltà. L'intero rione a-Salam sarebbe in pericolo immediato e con tutta probabilità l'esercito abbatterebbe le nostre case", conclude sconsolato.
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