"L'attenzione al dolore delle donne palestinesi a Gaza non escluda le israeliane e ciò che hanno subito il 7 ottobre: violentate, uccise, bruciate, ridotte in cenere. Auspico che l'8 marzo tutte le associazioni femminili e femministe italiane e europee ricordino insieme la sofferenza delle une e delle altre. L'una non escluda l'altra". Sono le parole della storica israeliana Tamar Herzig, docente universitaria di storia e violenze di genere nella prima età moderna europea che ha incontrato i giornalisti italiani a Roma.
"Gli stupri avvenuti il 7 ottobre stanno continuando a Gaza contro donne e ragazze in ostaggio. Fino a che non torneranno a casa le persone tenute prigioniere nella Striscia, gli israeliani staranno fermi nell'incubo del 7 ottobre", ha detto Herzig. Che ha voluto sottolineare di non far parte del governo israeliano, di cui come cittadina aspetta solo che cada, e di star chiedendo a gran voce come tanti che la guerra a Gaza cessi.
"Dopo il 7 ottobre sono stata a diversi funerali delle vittime. Uno era per una mia ex studentessa, bruciata viva insieme con il marito nel kibbutz di Kfar Aza. E' stata solo una cerimonia di ricordo, non è stato possibile seppellirla perché di quella ragazza non c'erano resti fisici, niente altro che poca cenere. Solo un complicato esame del Dna durato tre settimane ha consentito di identificarla", ha raccontato Herzig, "per questo dico che la tragedia che sta avvenendo a Gaza non legittima il silenzio sulle vittime israeliane e il negazionismo sugli stupri di massa come arma di guerra". E ha insistito: "Di fronte a ciò che è successo il giorno della strage, la richiesta di prove immediate e testimonianze dirette delle donne stuprate (per la maggior parte uccise dopo le violenze) mi appaiono ciniche e crudeli". E ha ricordato che quando i soccorritori sono potuti entrare nei luoghi assaltati dai terroristi, si sono trovati davanti mucchi di cadaveri. Che andavano prima di tutto identificati. Nel caos non sono stati fatti molti rilievi sulle donne violentate, mutilate nelle parti intime e uccise. E oggi mancano prove in numerosi casi. "Quando parliamo di femminicidi e di violenza sappiamo che prima che una donna riesca a raccontare possono passare anni. O forse mai. Parlare solo di prove forensi è assurdo. E comunque i terroristi hanno pubblicato i loro video degli stupri...".
L'incontro con Tamar Herzig si è tenuto proprio all'indomani della pubblicazione del rapporto Onu in cui è stato dichiarato che ci sono "buone ragioni per credere" che vi siano state violenze sessuali, compresi stupri, durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. In una nota, la rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale Pramila Patten ha aggiunto che ci sono anche ragionevoli motivi per ritenere che "tali violenze, che includano altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti", e che possano continuare contro le persone ancora detenute da Hamas e da altri estremisti nella Striscia di Gaza.
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