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L'Aquila, in centro mancano 4 mila abitanti, spesso palazzi ricostruiti ma semivuoti

L'Aquila, in centro mancano 4 mila abitanti, spesso palazzi ricostruiti ma semivuoti

"Senza servizi e parcheggi, cittadini e commercianti stentano". Ma nei borghi arrivano gli stranieri e comprano case

L'AQUILA, 04 aprile 2024, 16:23

Redazione ANSA

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L 'Aquila - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Il centro storico dell'Aquila non si è ripopolato come prima del terremoto del 2009: mancano almeno 4-5mila persone. Ed allora ci sono palazzi, bellissimi e ricostruiti, abitati a metà. La gente dice: che ci vado a fare se mancano i servizi, in particolare i parcheggi, un vero dramma. E così tanti aquilani rimangono ad abitare in periferia o fuori dal capoluogo regionale, soprattutto sulla costa abruzzese. Lo stesso discorso lo fanno i commercianti che per tutti questi motivi e per la mancata riapertura di uffici e scuole hanno poca clientela". E' l'analisi di Michele Armenia, imprenditore nel campo dell'immobiliare, alla vigilia del 15/o anniversario del terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009.

   "E' un vero peccato che ancora non si sia ricostituito il vecchio centro storico che era caratterizzato dalla passeggiata sotto i portici degli aquilani che poi la sera andavano a cena e poi uscivano di nuovo - spiega ancora il professionista originario della Sicilia, ma ormai aquilano di adozione visto che da decenni vive nel capoluogo regionale -. In centro si vedono solo giovani che animano i locali e le vie della movida e che molte volte danno fastidio a chi è tornato". Secondo, Armenia "tanto e bene è stato fatto, ma tanto ancora manca, ci sono ancora molti cantieri, strade chiuse e zone rosse, ed inoltre il rifacimento della piazza e della pavimentazione bisognava farla prima. Tutto ciò mentre in periferia la ricostruzione è decisamente più avanzata".

  "Dopo il terremoto e con la ricostruzione partita anche nel cratere del sisma, nei paesi dell'Aquilano sono arrivati tanti stranieri, soprattutto inglesi ed americani, che hanno scoperto le meraviglie delle nostre zone, ed acquistato immobili. Gli esempi più eclatanti sono a Castel del Monte e Santo Stefano di Sessanio, quest'ultimo già noto ed appetibile prima della tragedia, dove stranieri hanno comprato interi borghi, operazioni non tutte fatte per fini commerciali". 

    Nel maggio del 2009 Armenia per primo rientrò nella sua casa per dare un esempio di resilienza e per invitare i concittadini a non andare via. "Non c'è dubbio che il dramma del terremoto abbia fatto conoscere al mondo L'Aquila e il suo territorio - spiega ancora il professionista di origini siciliane ma ormai da decenni all'Aquila - Ed è una conseguenza fisiologica alla luce della bellezze dei nostri paesi e dei nostri borghi che chi viene da noi si innamori. A maggior ragione di paesi che sono ricostruiti e che costruiscono vere e proprie perle. Questo fenomeno è una speranza in più per contrastare lo spopolamento".

    Armenia non riscontra lo stesso fenomeno nella città dell'Aquila dove sono nella norma le compravendite con stranieri. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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