L'incubo di ogni studente è, indubbiamente, essere bocciato all'esame di maturità. Il fallimento dell'esame di Stato, tuttavia, sebbene non impossibile, è molto improbabile: la vera selezione tende, infatti, ad essere fatta in sede di ammissione. A confermarlo secondo Skuola.net sono i numeri degli scorsi anni.
Nel 2023, ad esempio, la percentuale dei bocciati è stata dello 0,2%: il 99,8% dei maturandi, quindi, ottenuto il diploma. Numeri che confermano la tendenza degli anni precedenti. Nel 2022 e nel 2021, anni ancora fortemente segnati dalla pandemia, gli studenti a fallire l'esame di maturità sono stati rispettivamente lo 0,2% e lo 0,1%.
L'andamento, in questo senso, si conferma costante dal 2017, anno in cui il tasso di fallimento ha sfiorato lo 0,5%.
In passato, tuttavia, il tasso degli studenti bocciati in sede d'esame era molto più alto. Basti pensare, in questo senso, alla Maturità del 2007, dove la percentuale dei bocciati fu del 2,1%. Un dato influenzato dal fatto che quell'anno, a causa della riforma dell'esame di Stato a firma di Luigi Berlinguer, non si prevedeva lo sbarramento dell'ammissione.
È proprio la fase dell'ammissione all'esame a rivelarsi cruciale nel determinare la percentuale di coloro che superano l'esame. La vera selezione viene fatta, infatti, ad opera del consiglio di classe in questa fase. A evidenziarlo sono i dati: nel 2017 a non essere ammessi all'esame di stato furono il 3,9%, nel 2018 il 4%, nel 2019 il 3,9%. Nel 2021 e nel 2022, poi, a ripetere l'anno scolastico sono stati, rispettivamente, il 4% e il 3,8% degli studenti. Anche nel 2023 la percentuale degli studenti non ammessi all'esame è stata del 3,6%.
A connotare i dati dell'ultimo triennio è sono state le lacune degli studenti legate alla didattica a distanza e alla pandemia.
Il 100 è più frequente del 60
Una volta ammessi all'esame di Stato, è più frequente che gli studenti conseguano il massimo della valutazione piuttosto che il minimo.
Nel 2023, infatti, ben 1 su 10 ha raggiunto il punteggio massimo: il 7,3% dei diplomati, infatti, ha raggiunto il punteggio massimo di 100/100, a cui si aggiunge un 2,7% che ha conseguito anche la lode. Gli studenti che arrivano al minimo sindacale di 60/60 sono, invece, solo 1 su 20.
Con le facilitazioni dell'esame introdotte durante il periodo pandemico - quando le prove scritte furono assorbite da un maxi orale - a raggiungere il massimo dei voti è stato il 9,4% degli studenti nel 2022 e il 13,5% nel 2021.
Nel 2019, invece, quando in seconda prova c'era la doppia materia e la prova orale prevedeva il sorteggio del tema, solo il 5,6% dei candidati ottenne il massimo dei voti e solo l'1,6% riuscì a conseguire anche la lode.
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