Dal voto massimo di Conte, Meloni, Renzi e Schlein ai 48/60 di Tajani e Salvini.
Questi gli esiti degli esami di Maturità dei leader dei principali partiti politici italiani, che recentemente intervistati da Skuola.net, hanno raccontato anche alcuni aneddotti dei loro anni scolastici.
Per esempio, Elly Schlein si è autodefinita timida, almeno all’epoca degli studi, con tanto di aneddoto universitario: “Sono stata costretta a candidarmi per il consiglio di facoltà e ricordo la fatica di dare i volantini perché sono timida: alla fine ho ottenuto 71 voti”.
E a quanto pare neanche l’organizzazione era il suo forte: “Ero una pessima studentessa”, racconta la segretaria del PD, “una di quelle che andava bene ma che si riduce a studiare nelle ultime 48 ore, in extremis, che si applica quando sente la pressione. Il paradosso è che, andando bene, passavo anche per secchiona”. A confermarlo gli ottimi risultati ottenuti, a partire dal massimo dei voti al diploma di Maturità, guadagnato nel 2004 in Svizzera, in un indirizzo equiparabile al tradizionale Liceo Classico. Percorso continuato poi con una laurea in Giurisprudenza per “fare ricorso a una multa”, anche in questo caso con voto pieno, 110 e lode.
Giorgia Meloni, invece, si descrive come "un'alunna dalla media alta". La premier vanta, infatti, un 60/60 alla Maturità linguistica. Ma, nonostante questo, non si riconosce nell’immagine della secchiona, anzi: “Non è che studiassi tanto, però andavo bene. Ero la classica che si chiudeva la notte prima dell'interrogazione, studiava mezzo programma e si presentava preparata”.
Il suo vero problema aveva più che altro a che fare con la disciplina: “La condotta era bassa, di solito era 7 al primo quadrimestre, poi 8 al secondo, alla fine me la cavavo”.
Altro studente brillante è stato Giuseppe Conte. Interpellato dal portale studentesco, il leader del Movimento cinque stelle si è definito “uno studente che studiava”, ma anche un alunno “che non portava i libri a scuola perché il compagno di banco li doveva portare anche per me. Io poi ricambiavo”. Conte, alla Maturità - preparata, come da lui stesso ha raccontato, ascoltando "Generale" di De Gregori - ha conseguito il massimo dei voti (60 su 60), così come la laurea in Giurisprudenza.
“Ero uno studente medio - racconta invece Antonio Tajani - bravo in alcune materie, più in difficoltà in altre. Una volta presi anche un 1 al compito di greco. Però non sono mai stato né rimandato né bocciato”.
Il leader di Forza Italia ha spiegato di non amare le materie scientifiche, come matematica, alla quale preferiva italiano, storia e filosofia, così come greco e latino.
“Con i numeri è sempre stato un problema - confessa - non a caso ho fatto il liceo classico e poi Giurisprudenza”. Un problema però risolto durante l'attività politica: “Quando hai a che fare con i bilanci i numeri li devi sapere bene. Ho fatto un po’ lo studente ripetente”. Tajani ha conseguito la Maturità con la votazione di 48/60 e la laurea in Giurisprudenza con la votazione di 108 su 110.
Un altro ex studente con qualche difficoltà con numeri e formule è Matteo Salvini, che rievoca così il suo passato da studente: un alunno “discreto, con le bigiate e le autogestioni che andavano fatte. Rimandato solo una volta, in primo liceo, in matematica”. Un rapporto conflittuale con i numeri che perdura: “Per alcuni versi è ancora così. Dopo 35 anni confesso ancora il mio astio nei confronti delle disequazioni”.
Il leader del Carroccio racconta di aver conseguito la Maturità con “48 su 60". "Diciamo che l'essere leghista in un liceo come quello probabilmente non ha aiutato” ha sottolineato. Il riferimento va all’Alessandro Manzoni di Milano, che stando ai suoi ricordi era “uno dei licei milanesi più ‘rossi’ dell'epoca”.
Matteo Renzi, invece, ha dichiarato che avrebbe voluto studiare più a fondo il greco e ha raccontato poi l’esperienza come rappresentante di istituto: “L’ho fatto per due anni, in seconda e terza liceo. La prima volta sono passato normale, l'anno dopo invece fui il più votato”.
Il leader di Italia Viva si è descritto come uno studente “mezzo e mezzo, nel senso che sono uscito bene dal liceo, con 60-60esimi. Però, prima, sono anche stato rimandato in Scienze, al quarto anno. Penso di essere stato l’unico al Classico”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA